Oggi la sonda spaziale New Horizons della NASA effettuerà il tanto atteso passaggio ravvicinato a Plutone. Quando in Italia sarà pomeriggio, essa passerà a una distanza che raggiungerà un minimo di 12.500 chilometri dal pianeta nano. Tutti gli strumenti di New Horizons verranno usati per analizzare Plutone come mai prima ma del tempo verrà dedicato anche alle sue lune, soprattutto Caronte.
Questo passaggio ravvicinato rappresenta il culmine di una missione iniziata nel gennaio 2006 con il lancio della sonda spaziale New Horizons ma dal febbraio 2015 essa ha inviato fotografie con dettagli sempre maggiori di Plutone e Caronte. Per una coincidenza, questo momento giunge nel 50° anniversario del passaggio ravvicinato della sonda spaziale Mariner 4 a Marte, il primo successo di una missione di quel tipo.
La sonda spaziale New Horizons doveva studiare l’ultimo pianeta del sistema solare dopo che gli altri otto erano stati osservati da altre sonde. Per ironia della sorte, pochi mesi dopo il suo lancio, Plutone venne declassato a pianeta nano. Ciò non toglie nulla al valore di questa missione, anzi per certi versi essa diventa ancor più importante perché dopo questo passaggio ravvicinato New Horizons continuerà il suo viaggio verso i confini del sistema solare di cui conosciamo davvero poco.
Nell’ottobre 2014, la NASA ha annunciato tre possibili candidati tra gli oggetti della fascia di Kuiper osservati per la seconda missione della sonda spaziale New Horizons. Essa sta già compiendo la sua prima missione a miliardi di chilometri dalla Terra, nel 2018 o 2019 raggiungerà un oggetto che fatichiamo a vedere con i nostri strumenti migliori.
Può sembrare strano che una missione che costa 723 milioni di dollari non preveda l’entrata nell’orbita di Plutone per uno studio più lungo. Il problema è che la sonda spaziale New Horizons sta viaggiando a circa 14 km/s e per frenare avrebbe dovuto portarsi dietro una quantità notevole di propellente extra. Ciò avrebbe significato un enorme aumento dei costi perché più propellente vuol dire una massa molto maggiore e la necessità di un razzo molto più potente per il lancio.
Il periodo di studio ravvicinato di Plutone è breve ma i risultati sono già straordinari perché i dati già ottenuto sono molto migliori di quelli disponibili prima della missione New Horizons. Ora è possibile cominciare a studiare la geologia di Plutone e Caronte e possiamo sperare di sapere qualcosa di più delle lune minori.
È già stato possibile misurare il diametro di Plutone con la maggior precisione mai ottenuta. Esso è risultato di circa 2.370 chilometri, un po’ più di quanto era stato misurato in precedenza. Ciò lo rende un po’ più grande del pianeta nano Eris. Il diametro di Caronte era più facile da misurare perché non ha un’atmosfera a disturbare gli strumenti ed è stato confermato a circa 1.208 chilometri.
NASA TV seguirà l’evento nel corso della giornata ma non ci saranno immagini o altri dati in diretta. Il problema non sono le quattro ore e mezza necessarie ai segnali di New Horizons per raggiungere la Terra bensì il fatto che la sonda non potrà comunicare durante il passaggio ravvicinato.
L’antenna di New Horizons è fissa perciò la sonda dev’essere orientata verso la Terra per comunicare. Tuttavia, durante il passaggio ravvicinato, la sonda sarà orientata verso i suoi obiettivi. Solo dopo qualche ora, essa si orienterà nuovamente verso la Terra e comincerà a inviare i dati raccolti. Data la lentezza nelle comunicazioni, ci vorrà moltissimo tempo ma vale la pena di avere pazienza perché pian piano arriveranno fotografie e altri dati molto interessanti.
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