Spiegazioni per il “canto” e le fratture sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

Alcuni esempi di fratture individuate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Alcuni esempi di fratture individuate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

Mentre la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko comincia ad allontanarsi dal Sole, nuovi studi sono stati pubblicati basati sui dati raccolti nel corso dei mesi scorsi. Un articolo pubblicato sulla rivista “Geophysical Research Letters” descrive l’esame delle tante fratture fotografate dopo l’arrivo della sonda spaziale Rosetta dell’ESA. Un altro articolo pubblicato sulla rivista “Annales Geophysicae” fornisce una spiegazione per il “canto” della cometa scoperto l’anno scorso.

Un team di ricercatori guidato da M. Ramy El-Maarry dell’Università di Berna ha esaminato immagini della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scattate tra il 6 agosto 2014, quando la sonda spaziale Rosetta l’ha raggiunta, e il 1 marzo 2015. Esse includono fotografie scattate a pochi chilometri di distanza dalla superficie. Sotto esame in particolare le tante fratture.

I ricercatori hanno individuato tre tipologie di fratture: strette con uno schema a rete, sulle scogliere e rocce fratturate. Quelle a rete sono le più diffuse e possono estendersi da pochi metri fino a lunghezze di 250 metri, tipicamente su superfici relativamente piatte.

In alcune aree le fratture sembrano incrociarsi l’una con l’altra in schemi poligonali con angoli a 90°. Sulla Terra e su Marte questo è spesso un indicatore che c’è ghiaccio sotto la superficie che si è contratto. Altri tipi di fratture incrociate sono state identificate su pendii, ad esempio nella regione chiamata Seth.

Secondo gli scienziati, la maggior parte di queste fratture sono molto probabilmente legate allo stress termico. Quando la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko si avvicina al Sole, il ghiaccio sublima determinando una perdita di materiali. Tuttavia ci sono anche grosse oscillazioni di temperatura sulla superficie e nel sottosuolo che provocano contrazioni ed espansioni del terreno e le conseguenti spaccature.

Un’altra ricerca condotta dagli scienziati che gestiscono gli strumenti del Rosetta Plasma Consortium (RPC) si è concentrata sul “canto” emesso dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. L’anno scorso gli scienziati si sono accorti dell’emissione di un’oscillazione nel campo magnetico dell’ambiente della cometa. Essa era “cantata” a 40-50 millihertz, ben al di sotto della percezione dell’orecchio umano ma rilevabile da RPC.

I suoni emessi dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko sono causati dall’interazione tra il plasma emesso dal Sole e l’atmosfera di gas e polvere della cometa generata dalla sublimazione dei ghiacci. Anche se il nucleo della cometa non ha un suo campo magnetico, l’atmosfera o la chioma possono essere magnetizzate.

Durante l’avvicinamento della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko al Sole, la sua attività è aumentata. La conseguenza è che l’interazione tra il plasma proveniente dal Sole e l’atmosfera sempre più densa è diventata più violenta. Il “canto” era ancora presente ma mescolato ad altri fenomeni. Gli esami dei dati sono ancora in corso.

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