Il rover cinese Yutu ha scoperto un nuovo tipo di basalto sulla Luna

Il rover lunare Yutu, cioè coniglio di giada (Foto cortesia news.cn. Tutti i diritti riservati)
Il rover lunare Yutu, cioè coniglio di giada (Foto cortesia news.cn. Tutti i diritti riservati)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Communications” descrive la scoperta di un nuovo tipo di roccia sulla Luna, precisamente nel Mare Imbrium. Essa è stata possibili grazie ai dati raccolti dal rover cinese Yutu nel corso della missione Chang’e 3. In un cratere chiamato Zi Wei, Yutu ha trovato un tipo di basalto dalla composizione diversa da quelle raccolte nei decenni scorsi durante le missioni americane e sovietiche sulla Luna.

La missione Chang’e 3 è cominciata poco più di due anni fa ma ha seriamente rischiato di rimanere molto limitata dopo poco tempo. A causa di problemi elettronici, il rover Yutu, cioè coniglio di giada, sembrava morto, invece non solo ha continuato a funzionare ma è stato in grado di portare avanti la sua missione scientifica. In questi due anni i cinesi non hanno fornito molte informazioni sulle attività della loro missione ma ora almeno hanno permesso la pubblicazione di questo studio.

L’articolo che descrive questo studio è stato prodotto soprattutto da scienziati cinesi guidati da Zongcheng Ling della Shandong University a Weihai ma vi ha collaborato anche Bradley Jolliff, della Whashington University a Saint Louis. Usando i dati raccolti dal rover Yutu esaminando campioni di regolite sulla superficie della Luna, hanno esaminato basalto diverso da quelli conosciuti.

Le differenze rispetto alle rocce analizzate da americani e sovietici nel corso dei decenni stanno nella composizione. Ci sono ancora minerali già noti come olivina, augite, pigeonite e ilmenite ma il basalto analizzato nel cratere Zi Wei contiene una quantità di ferro molto elevata. Le rocce analizzate in precedenza contenevano una quantità notevole di titanio oppure ne contenevano pochissimo, invece il basalto trovato da Yutu ne contiene una quantità intermedia.

Bradley Jolliff ha fatto notare che la distribuzione variabile del titanio suggerisce una mancanza di omogeneità all’interno della Luna. È possibile che durante la sua formazione, quando la sua superficie era ricoperta di magma, essa abbia subito grandi impatti di asteroidi che hanno interrotto la formazione del mantello.

Alcuni dei basalti studiati nel corso dei decenni si sono formati tra 3 e 4 miliardi di anni fa e analizzandoli possiamo capire meglio la storia della Luna. Nonostante la sua relativa vicinanza e le sonde spaziali che la stanno studiando dall’orbita, certe ricerche geologiche richiedono un prelievo diretto di campioni del suolo e la loro analisi.

Mettendo assieme tutti i dati, stiamo pian piano capendo le varie fasi della formazione e dell’evoluzione della Luna. Soprattutto la prima fase è strettamente connessa alla formazione della Terra dato che probabilmente la Luna è nata dalla collisione di un planetoide con la Terra primordiale.

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