La sonda spaziale Dawn ha cominciato a inviare le fotografie del pianeta nano Cerere dalla sua orbita più bassa

Fotografia dell'area chiamata Gerber Catena con i suoi crateri, depressioni e fratture (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)
Fotografia dell’area chiamata Gerber Catena con i suoi crateri, depressioni e fratture (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

Quasi tre settimane fa la sonda spaziale Dawn della NASA ha raggiunto la sua orbita finale, a circa 380 chilometri di altitudine sul pianeta nano Cerere. Vi rimarrà a tempo indeterminato, nel senso che manterrà quell’orbita fino alla fine della sua missione ma a quel punto non verrà spostata. Si tratta dell’orbita più bassa e da lì Dawn ha subito cominciato a scattare le fotografie più dettagliate e a effettuare nuove rilevazioni con i suoi strumenti.

Dopo essere scesa fino alla sua orbita finale, la sonda spaziale Dawn ha cominciato a testare la sua macchina fotografica di riserva, con risultati positivi. Quella primaria, che è praticamente identica, funziona benissimo e alcuni giorni dopo è stata utilizzata anch’essa per scattare nuove fotografie della superficie di Cerere.

Le scoperte relative alle macchie bianche e alla presenza di ammoniaca hanno avuto molto risalto e ciò è comprensibile. Le più grandi tra queste formazioni, quelle nel cratere Occator, sono davvero brillanti. La presenza di ammoniaca ha sollevato interrogativi sull’origine di Cerere o almeno di parte dei materiali finiti su questo pianeta nano.

Tuttavia, gli scienziati stanno trovando molto interessanti anche altri elementi geologici di Cerere. Ad esempio, la serie di crateri chiamata Gerber Catena è caratterizzata da depressioni e fratture che ci si aspetta di trovare su corpi celesti ben più grandi di un pianeta nano.

Generalmente, è sui pianeti che avviene l’attività geologica che causa contrazioni e sollecitazioni nella crosta portando a urti o alla formazione di grandi montagne. L’esempio fatto dalla NASA è il Monte Olimpo (Olympus Mons) su Marte, il vulcano più grande del sistema solare con i suoi 22 chilometri abbondanti di altezza.

Cerere è molto più piccolo di Marte con suo diametro di circa 940 chilometri eppure almeno alcune delle formazioni sembrano avere un’origine tettonica con tensioni al loro interno che hanno provocato la rottura della sua crosta. Secondo Paul Schenk, uno dei membri del team scientifico della missione Dawn, molto probabilmente le fratture sono legate alla struttura complessa della crosta di Cerere.

La missione primaria della sonda spaziale Dawn continuerà almeno fino al giugno 2016. C’è quindi ancora parecchio tempo per raccogliere molti altri dati per trovare risposte ai tanti interrogativi che gli scienziati si stanno ponendo su Cerere. Questo piccolo mondo potrebbe davvero contenere molti indizi sulla storia dell’intero sistema solare confermando ancor di più il valore di questa missione.

L'area vicina al polo sud di Cerere (Foto NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)
L’area vicina al polo sud di Cerere (Foto NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

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