December 2015

Il decollo del razzo Falcon 9 con 11 satelliti ORBCOMM (Immagine cortesia SpaceX. Tutti i diritti riservati)

La nuova versione del razzo vettore Falcon 9 di SpaceX è stata lanciata da Cape Canaveral nel suo ritorno all’attività dopo l’incidente del 28 giugno 2015. Trasportava 11 satelliti ORBCOMM, parte della missione OG2. Un obiettivo secondario era il nuovo test di atterraggio controllato del primo stadio del razzo, che per la prima volta doveva raggiungere la terraferma. La missione è stata un trionfo con il successo nell’atterraggio e la messa in orbita dei satelliti.

La navicella spaziale Progress MS-1 al decollo su un razzo vettore Soyuz 2.1a (Immagine NASA TV)

Poco fa la navicella spaziale Progress MS-1 è decollata su un razzo vettore Soyuz 2.1a dal cosmodromo kazako di Baikonur. Dopo circa dieci minuti si è separata con successo dall’ultimo stadio del razzo e si è immessa sulla sua rotta. Si tratta dell’ultima evoluzione dei cargo spaziali Progress che ha iniziato la missione di rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale indicata anche come Progress 62. La navicella è stata lanciata nella rotta che richiede due giorni di viaggio.

L'area chiamata "Bridger Basin" che include gli obiettivi della ricerca del Mars Rover Curiosity chiamati "Big Sky" e "Greenhorn" (Immagine NASA/JPL-Caltech/MSSS)

Il Mars Rover Curiosity sta trovando molte rocce ricche di silice, un composto formato da silicio e ossigeno, in un’area del Monte Sharp su Marte che sta esplorando da alcuni mesi. Alcuni mesi fa la scoperta di quel tipo di rocce era stata una sorpresa, tanto che i responsabili della missione avevano modificato il programma di ricerca di Curiosity per effettuare analisi più approfondite. Quella decisione ha portato alla scoperta di altre rocce ricche di silice e a ulteriori studi per cercare di spiegarne la presenza.

La galassia NGC 1068 vista dal telescopio spaziale Hubble e nel cerchio la rappresentazione artistica del buco nero supermassiccio circondato da una spessa ciambella di gas e polvere (Immagine NASA/JPL-Caltech)

Un articolo pubblicato sullar rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society letters” descrive una ricerca sul buco nero supermassiccio al centro della galassia NGC 1068. Un team internazionale di astronomi guidato da Andrea Marinucci, dell’Università Roma Tre di Roma e associato INAF ha usato i telescopi spaziali XMM-Newton dell’ESA e NuSTAR della NASA per studiare la gigantesca struttura a forma di ciambella attorno al buco nero supermassiccio.

Immagine che mostra le apparizione della supernova SN Refsdal. Nel cerchio in alto una possibile apparizione nel 1998, in quello centrale l'apparizione del 2014 e in quello in basso l'apparizione del 2015 (Immagine NASA, ESA, S. Rodney (John Hopkins University, USA) and the FrontierSN team; T. Treu (University of California Los Angeles, USA), P. Kelly (University of California Berkeley, USA) and the GLASS team; J. Lotz (STScI) and the Frontier Fields team; M. Postman (STScI) and the CLASH team; and Z. Levay (STScI))

Il telescopio spaziale Hubble ha permesso di osservare una supernova proprio durante l’esplosione. Ciò grazie al fatto che la sua apparizione era stata predetta. Per la prima volta, l’utilizzo di complessi calcoli legati alla teoria della relatività hanno permesso di cogliere la supernova soprannominata Refsdal nel momento in cui è esplosa. È la prima volta che un risultato del genere è stato conseguito sfruttando l’effetto di lente gravitazionale dell’ammasso galattico MACS J1149.5 + 2223, che ha curvato la luce proveniente da quella stella mostrando l’esplosione più volte in diverse aree del cielo.