È un successo il lancio del satellite topografico Jason-3, non l’atterraggio del primo stadio del razzo Falcon 9

Il satellite Jason-3 subito dopo il decollo sul razzo vettore Falcon 9 (Foto NASA/Bill Ingalls)
Il satellite Jason-3 subito dopo il decollo sul razzo vettore Falcon 9 (Foto NASA/Bill Ingalls)

Era sera in Italia quando il satellite Jason-3 è stato lanciato su un razzo vettore Falcon 9 di SpaceX dalla base dell’aeronautica militare americana di Vandenberg, in California. Dopo quasi un’ora si è separato dall’ultimo stadio del razzo e ha cominciato a dispiegare i suoi pannelli solari. Opererà da un’orbita terrestre bassa di tipo polare, che significa che essa passerà sopra i poli, con un’altitudine tra i 1.328 e i 1.380 chilometri.

La missione Jason-3 continua quelle condotte a partire dall’inizio degli anni ’90 portando la misurazione dei livelli degli oceani a una precisione ancor maggiore dei precedenti satelliti. I cambiamenti climatici in atto si avvertono anche con oceani i cui livelli si stanno alzando e nei quali ci sono eventi sempre più violenti. Le informazioni sui livelli e sugli schemi della circolazione dell’acqua sono preziose per capire questi cambiamenti e per essere pronti per le emergenze.

NASA, l’agenzia spaziale francese CNES, NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ed EUMETSAT (European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites) hanno collaborato alla missione Jason-3 e continuano a gestire la missione precedente Jason-2. Tra il 1992 e il 2006 NASA e CNES hanno gestito assieme la missione TOPEX/Poseidon, il primo satellite che aveva lo scopo di mappare la topografia della superficie degli oceani, e tra il 2001 e il 2013 hanno gestito assieme la successiva missione Jason-1.

Come i precedenti satelliti Jason, la nuova navicella è stata costruita usando la piattaforma satellitare chiamata Proteus, uno standard sviluppato da CNES e da Thales Alenia Space, che li ha costruiti, per navicelle di massa relativamente piccola, attorno ai 500 kg o poco più.

Il satellite Jason-3 ha a bordo cinque strumenti principali che gli consentiranno di portare avanti la sua missione. Lo strumento principale è l’altimetro Poseidon-3B, sviluppato da CNES come evoluzione dell’altimetro del satellite Jason-2. Tre strumenti, Doppler Orbitography and Radiopositioning Integrated by Satellite (DORIS), Global Positioning System Payload (GPSP) e Laser Retroreflector Array (LRA), si complementano tra loro per permettere alla navicella di misurare in continuazione la propria posizione in orbita con una precisione di 1-2 centimetri.

Sul satellite c’è anche lo strumento Advanced Microwave Radiometer (AMR), sviluppato dalla NASA per misurare le radiazioni provenienti dalla superficie della Terra, e due dosimetri: CARMEN-3 (Characterization and Modeling of Environment), sviluppato da CNES, e Light Particle Telescope (LPT), fornito dalla JAXA, l’agenzia spaziale giapponese. I dosimetri permetteranno di effettuare rilevazioni delle radiazioni nell’orbita del satellite Jason-3.

Il razzo Falcon 9 era nella configurazione 1.1, non l’ultima evoluzione chiamata 1.2 usata quasi un mese fa. Tuttavia, è stato comunque effettuato l’atterraggio del primo stadio ma in California non c’era un’area di suolo dove potesse scendere perciò SpaceX ha scelto di usare di nuovo una delle sue piattaforme marine automatizzate, la “Limitati a leggere le istruzioni”.

Il primo stadio ha centrato quasi perfettamente l’obiettivo sulla piattaforma ma c’è stato un problema con una delle gambe, che non si è bloccata correttamente. La conseguenza è stata un ribaltamento e il propellente rimasto è esploso. L’ipotesi è che si sia formato ghiaccio a causa dell’umidità, molto più intensa del normale a causa della forte nebbia. Peccato ma se hanno scoperto una vulnerabilità del sistema di atterraggio è stato un risultato positivo per l’ultima missione della versione 1.1 del Falcon 9.

La missione primaria era quella del lancio del satellite Jason-3, perfettamente riuscita. Dopo quasi tre settimane di aggiustamenti orbitali, dovrebbe cominciare le sue operazioni per una durata di almeno 3 anni con l’obiettivo di arrivare a 5 anni. La speranza è di arrivare a un totale 30 anni di raccolta di dati satellitari sugli oceani. Saranno dati fondamentali per capire i cambiamenti in atto negli oceani, per le previsioni del tempo sul mare e per tenere d’occhio fenomeni pericolosi, dalle normali tempeste agli uragani più violenti.

Elon Musk ha postato su Instagram un video dell’atterraggio del primo stadio del razzo Falcon 9.

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