A Washington D.C. è stata tenuta una conferenza stampa in cui è stato annunciato che l’esperimento LIGO ha rilevato le onde gravitazionali previste dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein. Due buchi neri a circa 1,3 miliardi di anni luce dalla Terra si sono fusi in seguito a una collisione emettendo quelle onde.
LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) è uno strumento costruito appositamente per rilevare le onde gravitazionali. È stato realizzato in una collaborazione tra il Caltech (California Institute of Technology) e il MIT (Massachusetts Institute of Technology) con un finanziamento della NFS (National Science Foundation) americana.
In parole molto semplici, il LIGO è un doppio osservatorio che usa due sistemi di interferometri: l’osservatorio di Livingstone, in Louisiana, e quello di Hanford, vicino a Richland, Washington. In ogni osservatorio c’è un tunnel sotto vuoto spinto a forma di L lungo 4 chilometri per ogni lato.
Un sistema di specchi e laser alle estremità di ogni tunnel è in grado di rilevare movimenti incredibilmente piccoli degli specchi causati dalle onde gravitazionali. Stiamo parlando di movimenti dell’ordine di una frazione della lunghezza di un protone. I due osservatori sono separati da circa 3.002 chilometri e se le onde gravitazionali si propagano alla velocità della luce li raggiungeranno in tempi leggermente diversi.
I tentativi di rilevazioni con il LIGO sono cominciati nel 2002 ma fino al 2010 non hanno avuto successo. Nel 2010 è cominciato un potenziamento degli strumenti e i lavori sono ripresi con una sensibilità molto superiore. Dal 2007, c’è un accordo con il team che gestisce Virgo, uno strumento simile terminato nel 2003 a Santo Stefano a Macerata, nel comune di Cascina (PI), in Italia. Altri strumenti simili sono in fase di costruzione nel mondo e permetteranno di migliorare le rilevazioni delle onde gravitazionali.
Nell’evento rilevato dal LIGO il 14 settembre 2015, le caratteristiche delle onde rilevate hanno permesso di stimare che i due buchi neri originali avessero masse attorno a 36 e 29 masse solari. Si sono scontrati a una velocità stimata attorno alla metà di quella della luce. Il buco nero risultante ha una massa stimata di 62 masse solari. Le 3 masse solari rimanenti si sono trasformate nell’energia delle onde gravitazionali.
La prudenza è d’obbligo dopo che nel marzo 2014 era arrivato l’annuncio che l’esperimento BICEP2 aveva rilevato onde gravitazionali nelle perturbazioni della radiazione cosmica di fondo presente nell’universo, rivelatosi poi un errore dopo le verifiche del caso. L’esperimento LIGO è completamente diverso e certamente i risultati sono stati ben controllati. Questa sembra una scoperta genuina che può dare inizio a una nuova fase della storia dell’astrofisica in cui i ricercatori esamineranno l’universo in maniera diversa.
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