Si stanno esaurendo le speranze di comunicare con il lander Philae

Rappresentazione artistica del lander Philae (Immagine ESA–J. Huart)
Rappresentazione artistica del lander Philae (Immagine ESA–J. Huart)

Le speranze di riuscire a contattare il lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko si sono ormai affievolite e anche all’ESA sono pessimisti. La DLS, l’agenzia spaziale tedesca, gestisce l’LCC (Lander Control Center) e negli ultimi mesi ha cercato di ristabilire i contatti dopo che Philae aveva comunicato per un po’ in varie occasioni ma ha emesso un comunicato in cui dichiara che è tempo di dire addio al lander.

L’avventura del lander Philae si è rivelata perfino più difficoltosa del previsto. Per la prima volta una sonda è atterrata sulla superficie di una cometa ma Philae è rimbalzato più volte dopo che gli arpioni non l’hanno ancorato al terreno. Dopo un breve periodo di attività sembrava entrato definitivamente in ibernazione a causa dell’impossibilità di caricare le batterie.

Invece, l’avvicinamento al Sole della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko gli ha permesso di avere abbastanza energia per comunicare con la sonda spaziale Rosetta, anche se solo sporadicamente. L’ESA si era attivata per cercare di ripristinare un contatto permanente ma dopo l’ultimo contatto avvenuto l’11 luglio 2015 le speranze hanno cominciato rapidamente ad affievolirsi.

All’inizio di gennaio 2016, sono stati effettuati gli ultimi tentativi di inviare comandi al lander Philae. In particolare, era stato inviato un comando per farlo muovere nella speranza di scuotere la polvere dai suoi pannelli solari. Purtroppo neppure questo tentativo ha dato risultati e a quel punto all’ESA hanno cominciato davvero a perdere le speranze.

Sono state proposte diverse ipotesi per spiegare i problemi di comunicazione di un lander che era ancora funzionante. Secondo la prima ipotesi le temperature erano troppo basse e avevano danneggiato qualche sistema di Philae. Secondo la seconda ipotesi i pannelli solari di Philae sono stati coperti dalla polvere che si è depositata dopo che la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ha superato il perielio a metà agosto 2015. Secondo la terza ipotesi Philae si è spostato e le sue antenne si sono orientate in una direzione diversa per cui la sonda spaziale Rosetta non riusciva più a intercettare i suoi segnali.

La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko si sta allontanando dal Sole e ciò costituisce sia un vantaggio che uno svantaggio. La sonda spaziale Rosetta può avvicinarsi sempre di più perché le emissioni di gas e polveri e di conseguenza i pericoli stanno calando. D’altra parte, le speranze che Philae possa ricevere abbastanza energia per comunicare sono ormai davvero scarse.

L’ESA sta valutando la possibilità per Rosetta di effettuare un volo ravvicinato per riuscire almeno a individuare con precisione la posizione lander. Una fotografia di buona qualità permetterebbe di capire meglio anche la sua situazione e in particolare l’inclinazione e lo stato dei pannelli solari ma la sicurezza di Rosetta è la priorità.

A questo punto è quasi certo che Philae sia in ibernazione e probabilmente almeno alcuni dei suoi sistemi sono stati danneggiati dal freddo. Nel breve periodo in cui ha comunicato con la sonda spaziale Rosetta ha inviato molti dati utilissimi e l’esperienza sarà utile per altre missioni, anche su asteroidi. La missione di Philae non è andata molto bene ma ha comunque compiuto il primo atterraggio sulla superficie di una cometa. Problemi, anche gravi, vanno purtroppo messi in preventivo quando si va là dove nessuno è mai giunto prima.

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