Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca che ha permesso di scoprire il luogo d’origine di un lampo radio. Questi segnali radio che durano solo pochi millisecondi vengono captati senza che ci sia alcun fenomeno che ne faccia presagire l’arrivo. Un team internazionale di astronomi che include Marta Burgay, Delphine Perrodin e Andrea Possenti dell’INAF ha utilizzato osservazioni condotte tramite telescopi ottici e radio per rintracciare l’origine di questo fenomeno.
Il lampo radio che ha dato inizio a questa ricerca è stato rilevato il 18 aprile 2015 all’osservatorio di Parkes (Parkes Observatory) nel Nuovo Galles del Sud, in Australia grazie al suo radiotelescopio di 64 metri di diametro, soprannominato the Dish o the Big Dish. Da lì è partito un avviso ai colleghi in tutto il mondo e vari telescopi hanno cominciato a cercare il segnale, compreso il Sardinia Radio Telescope (SRT) dell’INAF.
Grazie in particolare alle sei parabole da 22 metri dell’ATCA (Australian Telescope Compact Array) è stato possibile rilevare i residui del segnale radio, che sono stati registrati per circa 6 giorni. L’accuratezza delle rilevazioni è stata molto maggiore che nel passato permettendo di individuare la posizione del lampo radio con una precisione circa 1000 volte superiore rispetto ai precedenti tentativi.
Il telescopio Subaru del NAOJ (National Astronomical Observatory of Japan) alle Hawaii ha permesso di cercare il punto d’origine del lampo radio. Esso è stato identificato in una galassia ellittica a circa 6 miliardi di anni luce dalla Terra. Il primo lampo radio era stato rilevato circa 8 anni fa e questa è la prima volta che l’origine di un segnale di questo tipo viene identificata.
Questa ricerca è stata utile anche per confermare l’attuale modello cosmologico che descrive la distribuzione della materia nell’universo. Ciò a causa delle caratteristiche del segnale radio giunto fino alla Terra, determinate dal fenomeno chiamato dispersione. In sostanza, i lampi radio vengono registrati prima alle frequenze più elevate e solo successivamente a quelle inferiori. Questa dispersione dipende dalla quantità di materia ordinaria che il lampo ha attraversato.
Nel caso del lampo del 18 aprile 2015, l’identificazione dell’origine ha permesso ai ricercatori di ottenere le informazioni sulla densità della materia tra quel punto e la Terra, compresa quella non direttamente visibile. Il risultato ha confermato gli attuali modelli di distribuzione della materia nell’universo. Questo tipo di ricerca verrà raffinato nel prossimo decennio quando il potentissimo radiotelescopio SKA (Square Kilometre Array) verrà costruito.