È un successo la prima missione commerciale del razzo Falcon Heavy di SpaceX

Il razzo Falcon Heavy al decollo con il satellite Arabsat-6A (Foto cortesia SpaceX)
Il razzo Falcon Heavy al decollo con il satellite Arabsat-6A (Foto cortesia SpaceX)

Era notte fonda in Italia quando SpaceX ha lanciato da Cape Canaveral il razzo Falcon Heavy nella sua prima missione commerciale. Il razzo più potente in attività ha lanciato il satellite Arabsat-6A, che dopo circa 34 minuti si è separato dall’ultimo stadio del razzo entrando nell’orbita di transito da cui ha iniziato le manovre che lo porteranno verso un’orbita geostazionaria nel giro di poco più di due settimane.

Arabsat 6A è un satellite di telecomunicazioni costruito per conto della Arab Satellite Communications Organization, un operatore dell’Arabia Saudita, che servirà a fornire una copertura televisiva, telefonica e anche di servizi Internet a varie aree di Medio Oriente, Africa ed Europa. Ha una peso al lancio di quasi 6.500 kg ed è stato lanciato verso un’orbita geostazionaria.

La differenza rispetto al lancio inaugurale del razzo Falcon Heavy compiuto nel febbraio 2018 sta in parte nel carico utile, che stavolta è un satellite per una missione commerciale. Nel lancio di test era stata inviata nello spazio l’automobile Tesla Roadster di Elon Musk, che aveva trasformato la missione che aveva lo scopo di testare il nuovo razzo in uno straordinario spettacolo pubblicitario.

Negli oltre 14 mesi trascorsi da quel lancio il razzo Falcon 9 è stato migliorato e SpaceX ha cominciato a impiegare la versione chiamata Block 5 del primo stadio, chiamato in gergo anche booster, ora impiegato anche nel Falcon Heavy con la configurazione a tre booster affiancati. La conseguenza è che ora secondo SpaceX questo razzo può inviare 8.000 kg in orbita geostazionaria recuperando i tre booster e circa il doppio recuperando solo i due booster laterali e perdendo quello centrale.

La sequenza delle separazioni è quella già conosciuta, con i due booster laterali che sono stati i primi a separarsi per poi cominciare le manovre che li hanno portati all’atterraggio nelle apposite piattaforme a Cape Canaveral. Dopo qualche secondo anche il secondo stadio si è separato dal booster centrale, che invece ha tentato l’atterraggio sulla piattaforma marina automatizzata “Ma certo che ti amo ancora”.

I due booster laterali del razzo Falcon Heavy dopo l'atterraggio (Immagine cortesia SpaceX)
I due booster laterali del razzo Falcon Heavy dopo l’atterraggio (Immagine cortesia SpaceX)

L’unica pecca nel lancio inaugurale era stata la perdita del booster centrale, che è diverso dai normali booster del razzo Falcon 9 perché ha una struttura extra per le connessioni con i booster laterali. Stavolta anche il booster centrale è stato recuperato perciò la missione è stata un successo pieno.

Con il booster versione Block 5 il razzo Falcon 9 è diventato davvero potente e può lanciare anche grossi satelliti ma il Falcon Heavy ha permesso di dare al satellite Arabsat-6A una spinta extra che è importante per limitare l’uso del propellente a bordo del satellite necessario a portarlo nell’orbita geostazionaria. Nella pratica ciò significa che probabilmente Arabsat-6A avrà propellente per mantenere la sua orbita per qualche anno in più. In sostanza, si tratta di un nuovo grande successo per SpaceX che, dopo tanti ritardi, dimostra che il razzo Falcon Heavy è pronto per le missioni commerciali.

Il booster centrale del razzo Falcon Heavy dopo l'atterraggio (Immagine cortesia SpaceX)
Il booster centrale del razzo Falcon Heavy dopo l’atterraggio (Immagine cortesia SpaceX)

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