December 2020

Schema della Via Lattea con le 591 candidate stelle ad alta velocità nell'alone (Immagine cortesia KONG Xiao del NAOC)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Supplement Series” riporta la scoperta di 591 candidate stelle ad alta velocità nell’alone della Via Lattea. Un team di ricercatori ha usato dati della Data Release 7 del Large Sky Area Multi-Object Fiber Spectroscopic Telescope (LAMOST) e della Data Release 2 della sonda spaziale Gaia per trovare queste stelle la cui velocità è molto elevata rispetto alla media delle stelle della Via Lattea. I dati indicano che 43 di queste stelle potrebbero avere una velocità sufficiente per sfuggire alla forza di gravità galattica.

La galassia NGC 2217 vista dal telescopio spaziale Hubble (Immagine ESA/Hubble & NASA, J. Dalcanton. Acknowledgement: Judy Schmidt (Geckzilla))

Una nuova immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble mostra la galassia NGC 2217, una galassia a spirale barrata che dalla Terra vediamo quasi “di piatto”, una situazione che permette agli astronomi di studiarne la struttura con vari strumenti per cercare di capire la sua evoluzione. La barra che passa attraverso il centro è piuttosto tenue in questa galassia ma gli astronomi pensano che sia importante per incanalare il gas dal disco galattico verso il suo centro, dove potrebbe formare nuove stelle o essere divorato dal buco nero supermassiccio centrale.

Il blazar PSO J0309+27 (Immagine Spingola et al.; Bill Saxton, NRAO/AUI/NSF.)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riporta uno studio sul blazar PSO J030947.49+271757.31, o semplicemente PSO J0309+27, il più lontano mai individuato essendo a circa 12,8 miliardi di anni luce dalla Terra. Un team di ricercatori guidato dall’astrofisica Cristiana Spingola dell’Università di Bologna e associata INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) ha usato il radiotelescopio VLBA per studiare PSO J0309+27 scoprendo dettagli in un getto di materiali espulsi a circa tre quarti della velocità della luce che si estende per circa 1.600 anni luce.

Composizione di viste di Abell 3391/95

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riporta la scoperta di una struttura filamentare di gas caldo che collega due ammassi galattici lunga circa 50 milioni di anni luce. Un team di ricercatori ha usato dati raccolti dallo strumento eROSITA, dal radiotelescopio ASKAP e dallo strumento DECam per studiare un sistema di tre ammassi galattici chiamato Abell 3391/95 trovando quello che è il filamento più lungo mai scoperto. La massa stimata conferma che la cosiddetta materia barionica mancante potrebbe essere proprio in quei filamenti.

GAL-CLUS-022058s, l'Anello Fuso (Immagine ESA/Hubble & NASA, S. Jha. Acknowledgement: L. Shatz)

Il telescopio spaziale Hubble ha catturato un’immagine di GAL-CLUS-022058s, il più grande e uno dei più completi anelli di Einstein mai scoperti. Questo tipo di struttura è chiamato in quel modo perché è stato teorizzato da Albert Einstein nella sua teoria della relatività generale. Si tratta infatti del risultato di un effetto di lente gravitazionale, che distorce l’immagine di un oggetto dietro una galassia o un ammasso galattico. In questo caso, l’aspetto “liquido” dell’anello e il fatto che sia stato individuato nella costellazione della Fornace ha portato al soprannome di “Anello Fuso”.