L’indagine VISIONS ha mappato varie culle stellari

La regione Lupus 2 (Immagine ESO/Meingast et al.)
La regione Lupus 2 (Immagine ESO/Meingast et al.)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riporta una panoramica dei risultati dell’indagine VISTA Star Formation Atlas (VISIONS), che aveva lo scopo di osservare aree di formazione stellare visibili dall’emisfero meridionale. Un team di ricercatori ha assemblato oltre un milione di immagini agli infrarossi catturate nel corso di cinque anni dal telescopio VISTA dell’ESO in Cile per creare un atlante di cinque culle stellari nel vicinato cosmico. Si tratta di una delle indagini riguardanti i processi di formazione stellare con lo scopo di comprenderne meglio le varie fasi.

Le nubi di gas e polveri da cui nascono le stelle sono anche quelle che bloccano molte frequenze elettromagnetiche rendendo difficile studiare le varie fasi che portano alla alla nascita delle stelle. Gli infrarossi sono tra le frequenze elettromagnetiche che attraversano quelle nubi e la macchina fotografica VIRCAM (VISTA InfraRed CAMera) installata sul telescopio VISTA è utilissima anche per studiare culle stellari.

Nell’indagine VISIONS, la VIRCAM è stata usata per osservare regioni di formazione stellare nelle costellazioni di Orione, Ofiuco, Camaleonte, Corona Australe e Lupo. Sono tutte distanti meno di 1.500 anni luce dalla Terra e quindi nel vicinato cosmico. Sono anche aree vaste e includono decine di migliaia di stelle giovani dal punto di vista astronomico, con un’età compresa tra centomila e deci milioni di anni. Nel corso dell’indagine, sono state tutte osservare due volte l’anno per poter individuare le stelle in mezzo alle nubi di gas e polveri e di misurare i loro movimenti.

Tutte queste informazioni raccolte nel nuovo atlante cosmico aiuteranno a capire meglio i processi di formazione stellare. I modelli sviluppati dagli astronomi in decenni sono diventati sofisticati ma ci sono ancora tanti dettagli da chiarire. Le domande riguardano anche i pianeti che si possono formare assieme alle stelle, un argomento su cui nuovi dati continuano a essere raccolti praticamente ogni giorno.

Ci sono domande legate anche a ciò che succede alle stelle neonate nel periodo successivo alla loro formazione. Molte stelle possono nascere in una grande nuba ma poi come si spostano? Normalmente, si formano coppie o addirittura sistemi multipli, perché alcune stelle finiscono per non essere legate gravitazionalmente ad altre come il Sole? Tracciare i movimenti delle giovani stelle osservate nell’indagine VISIONS offre nuove informazioni anche a questo riguardo.

Questo tipo di indagine è molto anche come base per studi mirati nei quali vengono usati dati che possono completare quelli raccolti con altri strumenti. Ad esempio, i dati riguardanti i movimenti delle giovani stelle tracciati nell’indagine VISIONS possono essere combinati con quelli inclusi nelle mappe del cielo create grazie alla sonda spaziale Gaia dell’ESA.

Indagini come VISIONS rimangono utili per molti anni, in questo caso fornendo anche dati per trovare oggetti di studio da osservare con strumenti che entreranno in servizio nei prossimi anni. L’ELT (Extremely Large Telescope), il telescopio di nuova generazione dell’ESO attualmente in fase di costruzione in Cile, potrà fornire dettagli maggiori di quelle aree di formazione stellare.

L'oggetto catalogato come HH 909 A (Immagine ESO/Meingast et al.)
L’oggetto catalogato come HH 909 A (Immagine ESO/Meingast et al.)

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