Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS)” riporta i risultati di un’analisi dei dati sismici rilevati sul pianeta Marte dal lander InSight della NASA che conclude che la crosta media marziana potrebbe essere piena d’acqua liquida che satura uno strato di roccia ignea. Vashan Wright e Matthias Morzfeld della Scripps Institution of Oceanography e Michael Manga dell’Università di Berkeley hanno utilizzato modelli simili a quelli impiegati per mappare faglie acquifere e pozzi di petrolio per cercare di capire la composizione di strati profondi del sottosuolo marziano.
La miglior spiegazione ai dati raccolti dalla missione InSight è che tra 11,5 e 20 chilometri di profondità vi sia uno strato di roccia ignea saturata da acqua liquida. La profondità rende impossibile arrivarci ma se tutta la crosta media marziana fosse fatta così, ci sarebbe una quantità di acqua tale che sulla superficie formerebbe un oceano profondo tra uno e due chilometri.
L’immagine (Cortesia James Tuttle Keane and Aaron Rodriquez, courtesy of Scripps Institution of Oceanography. Tutti i diritti riservati) mostra uno spaccato dell’interno di Marte sotto il lander InSight della NASA con lo strato superiore della crosta secco e la crosta media saturata d’acqua.
Il lander InSight ha raggiunto Marte il 26 novekbre 2018 e ha lavorato fino al 2022 rilevando moltissime informazioni sull’interno di Marte. Ancor oggi c’è una certa attività sismica sul pianeta rosso, a volte generata anche da impatti di meteoriti, e InSight l’ha registrata. Tutti questi dati hanno permesso di dedurre lo spessore della crosta, la profondità e la composizione del nucleo e perfino qualche stima della temperatura nel mantello marziano.
Studi precedenti avevano escluso la presenza di acqua negli strati superiori della crosta, fino a 5 chilometri di profondità. Ora però questo nuovo studio ha analizzato i dati raccolti da InSight per capire cosa vi sia a una profondità superiore con risultati interessanti.
Sulla Terra, sono stati sviluppati modelli che interpretano rilevazioni sismiche per trovare e mappare falde acquifere e pozzi di petrolio. Una versione adattata di quei modelli è stata usata per analizzare i dati sismici raccolti dal lander InSight e la spiegazione migliore alle loro caratteristiche è che tra 11,5 e 20 chilometri di profondità vi sia uno strato di roccia ignea, composta da magma raffreddato, saturata da acqua liquida.
Quando Marte era giovane, era molto più simile alla Terra ma è troppo piccolo per mantenere un nucleo liquido rotante che generi un campo magnetico. In sostanza, ha perso il suo scudo contro il vento solare oltre tre miliardi di anni fa, con la consequenza che la sua atmosfera è stata lentamente spazzata via.
Molti ricercatori avevano già ipotizzato che la gran parte dell’acqua che scorreva allo stato liquido sulla superficie di Marte sia finita nel sottosuolo ma finora c’erano state solo scoperte occasionali. La rilevazioni del lander InSight riguardano l’area sotto di esso ma è possibile che la crosta media abbia caratteristiche simili su tutto il pianeta. Se quest’ipotesi fosse corretta, conterrebbe una quantità di acqua tale che sulla superficie formerebbe un oceano profondo tra uno e due chilometri.
Sulla Terra, scavare a profondità superiori a 10 chilometri è estremamente complesso, lungo, e di conseguenza costoso. Su Marte, è impensabile compiere un’impresa del genere e lo sarebbe anche in caso di una spedizione umana. Ciò significa che almeno per il futuro prossimo non sarà possibile ottenere alcuna verifica diretta dei risultati di questo studio.
Questo studio è interessante per la comprensione della storia di Marte per quanto riguarda il ciclo dell’acqua e anche per i processi geologici che hanno portato alla formazione della crosta media con rocce ignee sature d’acqua. Tutto ciò è legato anche alle valutazioni sulla possibile nascita e sopravvivenza di forme di vita su Marte e sulle fonti d’acqua disponibili per possibili future missioni con equipaggi.