Massimo Luciani

L'IXV al decollo in cima ad un razzo vettore Vega (Immagine ESA)

Oggi è stato compiuto il test suborbitale dell’IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), una navicella sperimentale dell’ESA che ha lo scopo di verificare il funzionamento di alcune tecnologie di rientro. L’IXV è stato lanciato su un razzo vettore Vega nel lancio indicato come VV04 dal centro spaziale di Kourou, nella Guyana francese.

Lo scopo finale dell’ESA è di costruire una navicella spaziale in grado di rientrare sulla Terra in maniera autonoma. Nel corso degli anni, l’ESA ha costruito vari tipi di navicelle spaziali, comprese navicelle cargo, ma nessuna in grado di tornare sulla Terra. Per questo motivo, nel 2002 venne deciso di sviluppare le tecnologie necessarie in modo da poter costruire una navicella in grado di riportare carichi dalla Stazione Spaziale Internazionale o comunque da altre missioni in orbita.

La navicella spaziale Dragon viene caricata sulla nave di SpaceX dopo l'ammaraggio alla fine della missione CRS-5 (Foto cortesia SpaceX / Elon Musk. Tutti i diritti riservati)

Poche ore fa la navicella spaziale Dragon di SpaceX ha concluso la sua missione CRS-5 (Cargo Resupply Service 5) per conto della NASA ammarando senza problemi nell’Oceano Pacifico a quasi 400 km dalle coste della California. La Dragon aveva lasciato la Stazione Spaziale Internazionale ieri, quando in Italia era sera.

Poco dopo l’ammaraggio, la Dragon è stata recuperata dalle navi di SpaceX che la trasporteranno fino alla costa. I carichi riportati sulla Terra verranno consegnati alla NASA nelle prossime ore. La navicella spaziale Dragon aveva raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale il 12 gennaio 2015.

Concetto artistico di un jet che trasporta un piccolo razzo nel progetto ALASA (Immagine cortesia DARPA. Tutti i diritti riservati)

Alla diciottesima Commercial Space Transportation Conference annuale della FAA (Federal Aviation Administration), il direttore dell’Ufficio Tattico Tecnologico della DARPA ha mostrato i progressi del progetto ALASA (Airborne Launch Assist Space Access), un sistema per lanciare piccoli satelliti usando un aeroplano invece che un razzo vettore. Ciò permetterebbe di ridurre notevolmente i costi, attualmente molto elevati, fino a un milione di dollari per poco meno di 50 kg.

Mappa della della radiazione cosmica di fondo (Immagine ESA and the Planck Collaboration)

Quasi due anni dopo la presentazione della miglior mappa mai creata della radiazione cosmica di fondo, l’ESA ha rivelato un’altra mappa creata anch’essa utilizzando i dati rilevati dalla sonda spaziale Planck Surveyor tra il 2009 e il 2013. Questa nuova mappa mostra la polarizzazione della radiazione cosmica di fondo risalente alle prime fasi di vita dell’universo. Essa mostra che le prime stelle hanno cominciato a formarsi circa 550 milioni di anni dopo il Big Bang, 100 milioni di anni più tardi di quanto si pensasse finora.

Immagine di Plutone e Caronte ingrandita per renderli più visibili (Immagine NASA/JHU APL/SwRI)

Ieri la NASA ha rilasciato le prime fotografie del pianeta nano Plutone e del suo satellite principale Caronte scattate dalla sonda spaziale New Horizons dopo il suo risveglio. La navicella era ancora a oltre duecento milioni di chilometri di distanza da Plutone ma il 4 febbraio 2015 era il 109° anniversario della nascita di Clyde Tombaugh, che nel 1930 scoprì il pianeta nano. Una piccola parte delle ceneri di Tombaugh è a bordo di New Horizons.