Comete

Rappresentazione artistica del lander Philae (Immagine ESA–J. Huart)

Le speranze di riuscire a contattare il lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko si sono ormai affievolite e anche all’ESA sono pessimisti. La DLS, l’agenzia spaziale tedesca, gestisce l’LCC (Lander Control Center) e negli ultimi mesi ha cercato di ristabilire i contatti dopo che Philae aveva comunicato per un po’ in varie occasioni ma ha emesso un comunicato in cui dichiara che è tempo di dire addio al lander.

Varie fotografie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scattate tra agosto e novembre 2014 (Immagine ESA/Rosetta/NavCam – CC BY-SA IGO 3.0)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca sulla struttura interna della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un team di scienziati, guidato da Martin Pätzold del Rheinische Institut für Umweltforschung dell’Università di Colonia, in Germania, ha analizzato i dati raccolti dalla sonda spaziale Rosetta dell’ESA per offrire alcune risposte alle domande degli astronomi. Secondo le loro conclusioni, la struttura interna della cometa è piuttosto omogenea e non contiene grandi cavità. La massa totale è stata stimata in quasi 10 miliardi di tonnellate.

Fotografie della regione chiamata Imhotep sulla 67P/Churyumov-Gerasimenko dove è stato rilevato ghiaccio d'acqua in superficie (Immagine ESA/Rosetta/NavCam – CC BY-SA IGO 3.0)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca che ha portato alla conferma della presenza di ghiaccio d’acqua esposto sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Lo strumento VIRTIS della sonda spaziale Rosetta dell’ESA ha registrato i dati che sono stati analizzati per determinare la composizione dello strato superiore della superficie, che è costituito soprattutto un materiale scuro, secco e ricco di sostanze organiche contenente una piccola parte di ghiaccio d’acqua. Sulla cometa c’è moltissimo di quel ghiaccio ma è interessante esaminare quello in superficie perché ciò permette di capire meglio alcuni suoi processi di creazione, anche nel sottosuolo.

La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko il 18 ottobre 2015 (Foto ESA/Rosetta/NavCam)

Un articolo appena pubblicato sulla rivista “Nature” descrive la scoperta di molecole di ossigeno nella chioma della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Si tratta di una scoperta sorprendente e non a caso è la prima volta che questa presenza viene rilevata in una cometa perché l’ossigeno molecolare è molto reattivo perciò tende a combinarsi ad esempio con l’idrogeno per formare acqua. Si tratta di ossigeno “sopravvissuto” fin dai tempi della formazione del sistema solare.

La cometa Lovejoy o C/2014 Q2 fotografata il 12 febbraio 2015 (Foto cortesia Fabrice Noel)

Un articolo appena pubblicato sulla rivista “Science Advances” descrive una ricerca sulla cometa Lovejoy, catalogata come C/2014 Q2. Un team di di ricercatori guidato da Nicolas Biver dell’Observatoire de Meudon, in Francia, ha analizzato i composti emessi assieme all’acqua quando la cometa è passata vicino al sole, il 30 gennaio 2015, e ha scoperto 21 diverse molecole organiche tra cui alcol etilico e glicolaldeide, uno zucchero semplice.