Stelle

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L'area centrale della Via Lattea vista dal telescopio Subaru. Diverse stelle sono visibili in un'area larga circa 0,4 anni luce. La stella S0-6 è cerchiata in celeste mentre l'area dove c'è il buco nero supermassiccio Sagittarius A* è cerchiata in verde.

Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the Japan Academy, Series B, Physical and Biological Sciences” riporta uno studio sulla stella catalogata come S0-6 che indica che si è formata in un’altra galassia e solo col tempo ha raggiunto il centro della Via Lattea. Un team di ricercatori guidato da Shogo Nishiyama della Miyagi University of Education, in Giappone, ha studiato a partire dal 2014 varie stelle che oggi orbitano attorno a Sagittarius A*, o semplicemente Sgr A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea.

Il sistema di HH 1177

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta l’individuazione di un disco protoplanetario attorno alla giovanissima stella catalogata come HH 1177 nella Grande Nube di Magellano, una delle galassie nane satelliti della Via Lattea. Un team di ricercatori ha usato il radiotelescopio ALMA per osservare il disco in uno studio mirato che ha seguito osservazioni condotte con lo strumento MUSE montato sul VLT, che aveva permesso di vedere getti provenienti dalla stella ancora in fase di formazione. Si tratta della prima individuazione di un disco circumstellare in un’altra galassia. Quel tipo di struttura viene chiamata in gergo anche disco kepleriano perché obbedisce alle stesse leggi del movimento dei pianeti.

L'area Sagittarius C

Un’immagine catturata con il telescopio spaziale James Webb mostra un’area di formazione stellare catalogata come Sagittarius C distante solo 300 anni luce da Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Nel cuore della galassia, tra mezzo milione di stelle, c’è un ammasso di protostelle in mezzo a una nube talmente densa che le stelle dietro di esso vengono oscurate perfino al più potente telescopio esistente. Al contrario, le protostelle sono visibili allo strumento NIRCam in dettagli assieme a formazioni cosmiche che erano sconosciute e gli astronomi devono ancora identificare.

La stella R Leporis vista dal radiotelescopio ALMA

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati di osservazioni della stella R Leporis condotte usando il radiotelescopio ALMA con i ricevitori alle loro frequenze più elevate e una configurazione dell’array di antenne sparse per un’area con un diametro di 16 chilometri. R Leporis, o semplicemente R Lep, è una cosiddetta stella al carbonio, una gigante rossa la cui atmosfera è particolarmente ricca di carbonio in una fase in cui normalmente l’ossigeno è in una quantità maggiore. Le osservazioni senza precedenti hanno permesso di rilevare dettagli di un maser naturale attorno a una stella che sta raggiungendo la fine della sua vita.

'ammasso galattico di Perseo (Immagine ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi, CC BY-SA 3.0 IGO)

L’ESA ha presentato le prime immagini ufficiali catturate dal suo telescopio spaziale Euclid. Dopo alcuni ritardi dovuti a problemi al sensore di guida fine, è stato possibile calibrare gli strumenti di Euclid e ottenere la straordinaria precisione delle osservazioni necessaria alla sua missione. Il risultato è una risoluzione che porta a includere nelle immagini una quantità di dettagli mai vista prima, che si tratti di galassie, di stelle o altro ancora, spesso scoperti proprio da Euclid. La presentazione ha mostrato i risultati sia con oggetti lontani come l’ammasso galattico di Perseo che con altri vicini in termini astronomici come la Nebulosa Testa di Cavallo.