La sonda spaziale MAVEN ha scoperto un’aurora e una misteriosa nube di polvere su Marte

Mappa dell'aurora rilevata dalla sonda spaziale MAVEN nel dicembre 2014 sovrapposta a una mappa della superficie di Marte (Immagine University of Colorado)
Mappa dell’aurora rilevata dalla sonda spaziale MAVEN nel dicembre 2014 sovrapposta a una mappa della superficie di Marte (Immagine University of Colorado)

Alla Lunar and Planetary Science Conference che si sta tenendo a The Woodlands, Texas, sono state presentate alcune scoperte sorprendenti effettuate su Marte grazie alla sonda spaziale MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) della NASA. Si tratta di una nube di polvere a quote elevate e di un’aurora che si spinge a grandi profondità nell’atmosfera marziana.

La nube di polvere è stata rilevata dallo strumento LPW (Langmuir Probe and Waves) della sonda spaziale MAVEN a quote tra i 150 e i 300 chilometri con una densità molto bassa che cala a quote più elevate. La sua presenza è imprevista e non è chiaro se si tratti di un fenomeno temporaneo o di lunga durata. MAVEN l’ha rilevato durante tutto il suo tempo di operatività, cominciato dopo il suo arrivo nell’orbita di Marte nel settembre 2014.

Ci sono alcune teorie per spiegare l’origine di questa nube di polvere. Potrebbe arrivare dalle lune di Marte: Deimos e Phobos. Potrebbero essere polveri che si muovono nel vento solare provenendo dal Sole. Potrebbe trattarsi di detriti provenienti da comete catturati da Marte mentre orbitavano attorno al Sole.

Il problema è che nessuno dei processi conosciuti su Marte può spiegare l’apparizione della polvere da quelle fonti nelle aree osservate. È per questo motivo che Laila Andersson del Laboratory for Atmospherics and Space Physics dell’Università del Colorado (CU LASP) ha commentato che se la polvere proviene dall’atmosfera significa che non conosciamo qualche processo fondamentale dell’atmosfera marziana.

Lo strumento IUVS (Imaging UltraViolet Spectrograph) della sonda spaziale MAVEN ha osservato quelle che sono state chiamate “Luci di Natale”. Per cinque giorni prima del 25 dicembre, MAVEN ha visto un’aurora ultravioletta lungo l’emisfero nord di Marte. L’aspetto sorprendente è la profondità nell’atmosfera alla quale si è verificata, molto maggiore di quanto non avvenga sulla Terra o anche in altre aree di Marte.

Sulla Terra l’aurora avviene vicino ai poli ed è causata da particelle cariche di energia come gli elettroni che colpiscono l’atmosfera causando il bagliore dei gas che la compongono. Arnaud Stiepen, membro del team IUVS presso l’Università del Colorado, ha commentato che gli elettroni che causano l’aurora osservata da MAVEN nel dicembre scorso devono essere davvero carichi di energia.

Lo strumento SEP (Solar Energetic Particle) della sonda spaziale MAVEN ha rilevato un notevole aumento di elettroni carichi di energia quando è comparsa l’aurora. Dato che le particelle energetiche solari, chiamate appunto Solar Energetic Particle in inglese, provengono dal Sole, la nostra stella sembra essere la causa dell’aurora.

Questi elettroni possono essere molto carichi di energia e quindi penetrare nelle profondità dell’atmosfera di Marte perché il pianeta non ha un suo campo magnetico. La Terra è protetta da uno scudo formato dal suo campo magnetico, che impedisce alla maggior parte degli elettroni carichi di penetrare nell’atmosfera.

Nonostante il vasto numero di sonde spaziali, lander e rover inviati su Marte, il pianeta rosso continua a riservarci sorprese. D’altra parte, è proprio perché gli scienziati sanno che c’è ancora molto da scoprire che nuove missioni continuano a essere progettate.

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