
Il 24 aprile 1990 lo Space Shuttle Discovery venne lanciato nella missione STS-31. Nella sua stiva trasportava un carico davvero speciale, il telescopio spaziale Hubble. Il giorno dopo esso venne posizionato nella sua orbita, a poco più di 550 chilometri di altitudine. Il 25 giugno, Hubble inviò le prime immagini, che rivelarono un difetto nello specchio primario che ne riduceva l’utilità. La prima di una serie missioni di servizio trasformò quello che aveva rischiato di diventare un terribile fallimento in un simbolo per scienza e tecnologia che va ben oltre l’astronomia.
Nel 1923 il pioniere della scienza missilistica Hermann Oberth scrisse un articolo in cui proponeva l’idea di un telescopio in orbita attorno alla Terra. Nel 1946, l’astronomo Lyman Spitzer scrisse un articolo in cui discuteva i vantaggi che un osservatorio nello spazio avrebbe avuto su quelli al suolo. La promozione di un progetto per costruire un telescopio spaziale divenne una parte importante per la carriera di Spitzer.
Negli anni ’60, cominciarono i primi esperimenti sui telescopi spaziali da parte della NASA con il programma OAO (Orbiting Astronomical Observatory). Tra il 1966 e il 1972 alcuni telescopi spaziali vennero lanciati in orbita con risultati variabili ma comunque molto utili per lo sviluppo del progetto LST (Large Space Telescope).
A causa dei problemi di budget, l’ESA venne contattata per una collaborazione nel nuovo progetto e fu così che esso divenne una cooperazione internazionale. Nel 1983 venne deciso che l’LST sarebbe stato chiamato Hubble in onore dell’astronomo Edwin Hubble, che aveva scoperto l’espansione dell’universo.
Il telescopio spaziale Hubble doveva essere messo in orbita negli anni ’80 ma a causa della tragedia dello Space Shuttle Challenger il lancio venne rimandato al 1990. La scoperta del difetto dello specchio primario di Hubble causò la costernazione generale. Tecnicamente si chiama aberrazione sferica ed è provocata dal fatto che la luce che riflette sul bordo dello specchio si concentra in un punto diverso dalla luce che si riflette al centro di esso.
Per cercare di usare le fotografie scattate dal telescopio spaziale Hubble, vennero usate varie tecniche di correzione software, perfezionate a questo scopo. Alcuni anni dopo, quelle tecniche vennero adattate per rendere le mammografie più facilmente interpretabili dai medici per rilevare le microcalcificazioni che costituiscono uno dei primi sintomi di cancro al seno.
La missione del telescopio spaziale Hubble potè continuare almeno in parte ma esso fu al centro di molte battute. Il progetto era comunque basato sulla possibilità di compiere missioni di servizio perciò appena il difetto venne identificato cominciò il progetto di uno strumento che lo correggesse, analogamente agli occhiali per gli esseri umani.
Il sistema COSTAR (Corrective Optics Space Telescope Axial Replacement) venne costruito assieme alla WFPC2 (Wide Field and Planetary Camera 2), una nuova macchina fotografica per sostituire l’originale WF/PC (Wide Field and Planetary Camera). Entrambi vennero progettati tenendo conto del difetto dello specchio primario di Hubble.
Nel 1993, lo Space Shuttle Endeavour incluse nella sua missione STS-61 la prima missione di servizio che installò i nuovi strumenti. Finalmente, all’inizio del 1994 cominciarono ad arrivare le prime immagini, che avevano la qualità che ci si aspettava fin dall’inizio.
Nel 1997, lo Space Shuttle Discovery incluse nella sua missione STS-82 la seconda missione di servizio al telescopio spaziale Hubble. Vennero effettuate alcune riparazioni e vennero installati i nuovi strumenti STIS (Space Telescope Imaging Spectrograph) e NICMOS (Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer) al posto degli originali GHRS e FOS.
Nel 1999, lo Space Shuttle Discovery incluse nella sua missione STS-103 la prima parte della terza missione di servizio al telescopio spaziale Hubble. Ci furono soprattutto aggiornamenti ai sistemi informatici e varie riparazioni, soprattutto al sistema di giroscopi, che stava avendo qualche problema.
Nel 2002, lo Space Shuttle Columbia incluse nella sua missione STS-109 la seconda parte della terza missione di servizio al telescopio spaziale Hubble. Venne installato lo strumento ACS (Advanced Camera for Surveys) al posto del FOC e vennero effettuate alcune riparazioni e una sostituzione dei pannelli solari con altri più efficienti.
Nel 2009, lo space Shuttle Atlantis incluse nella sua missione STS-125 la quarta missione di servizio al telescopio spaziale Hubble. Vennero effettuate varie riparazioni e vennero installati i nuovi strumenti WFC3 (Wide Field Camera 3) e COS (Cosmic Origins Spectrograph). Venne installato anche il Soft Capture and Rendezvous System per permettere futuri rendezvous con una missione con equipaggio o una automatizzata.
È grazie a queste missioni di servizio che il telescopio spaziale Hubble non solo ha potuto continuare a funzionare ma è diventato sempre migliore con l’installazione di strumenti di nuova generazione. Alcune tecnologie sviluppate per le missioni di servizio a Hubble sono state successivamente applicate ad apparecchiature di uso comune come le macchine fotografiche digitali.
Grazie all’installazione di nuovi strumenti, a volte gli astronomi hanno utilizzato il telescopio spaziale Hubble per osservare nuovamente obiettivi già studiati. Ciò ha permesso di effettuare ulteriori scoperte e occasionalmente sono state prodotte nuove versioni di vecchie fotografie iconiche.
In 25 anni, il telescopio spaziale Hubble ha contribuito a molte scoperte nel campo dell’astronomia. Ad esempio, ha permesso di osservare le galassie più lontane e più antiche. Ha contribuito al calcolo dell’età dell’universo e ha permesso di scoprire che la sua espansione sta accelerando. Ha contribuito a rivoluzionare le nostre conoscenze sulla nascita e la morte delle stelle. Ha permesso di trovare i buchi neri supermassicci al centro delle galassie.
Oltre a oggetti molto distanti ed enormi, il telescopio spaziale Hubble è stato usato per studiarne altri più vicini o più piccoli. Ad esempio, nel sistema solare è stato usato per osservare pianeti, asteroidi e comete. È stato usato anche per studiare esopianeti e sistemi solari in fase di formazione.
Altri telescopi spaziali sono stati costruiti grazie anche al successo di Hubble e uno di essi è stato chiamato Spitzer in onore di Lyman Spitzer. Alcuni sono in fase di progetto o costruzione più o meno avanzata, a cominciare dal più ambizioso di tutti, il James Webb. Nonostante ciò, Hubble rimane uno strumento fondamentale nell’astronomia odierna e potrà rimanerlo per molto dato che può continuare a funzionare per parecchi anni ancora.
In teoria, quando le nuove navicelle spaziali in fase di sviluppo entreranno in servizio, sarà possibile organizzare una nuova missione di servizio per allungare ulteriormente la vita di Hubble e per potenziarlo ancora una volta. Al momento sembra poco probabile che ciò possa accadere ma non è neppure totalmente escluso.
Quest’anniversario celebra i trionfi scientifici e tecnologici passati ma anche una missione con un grande presente e sicuramente nuove scoperte nel futuro. I siti dedicati a questo straordinario strumento, HubbleSite della NASA e Hubble Space Telescope dell’ESA, vengono aggiornati in continuazione come anche il canale YouTube dedicato ai video di Hubble.
Oggi chiunque al mondo può andare a vedere le fotografie scattate dal telescopio spaziale Hubble e i video creati grazie ad esse. È appropriato per uno strumento diventato iconico e conosciuto anche fuori dall’ambito scientifico.
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25 anni, tanti…… e nessuna immagine (vera) dei Rover e dei moduli di discesa delle missioni spaziali sulla Luna. Peccato.
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Non so se Hubble sia mai stato usato per osservare la Luna comunque la “spazzatura” lasciata dalle missioni Apollo è stata fotografata ad esempio dalla sonda spaziale LRO, vedi https://www.nasa.gov/mission_pages/apollo/revisited/#.WP8IlTclEWM
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