
Un nuovo radiotelescopio è stato da poco attivato in California, con base all’Owens Valley Radio Observatory (OVRO) del Caltech. È l’Owens Valley Long Wavelength Array (OV-LWA), un insieme di 256 piccole antenne sviluppato da un consorzio guidato dal Caltech che include il JPL della NASA, Harvard University, University of New Mexico, Virginia Tech e il Naval Research Laboratory. Il suo scopo è di osservare l’intero cielo 24 ore su 24 alle lunghezze d’onda radio lunghe, conosciute anche come basse frequenze.
L’OV-LWA, con le sue antenne di meno di un metro di diametro e a basso costo, può essere usato per una vasta gamma di osservazioni. Tra i suoi scopi ci sono lo studio delle fasi iniziali dell’universo ma anche il tempo meteorologico spaziale, in particolare le interazione tra le stelle e i loro pianeti.
Le 256 antenne sono sparse su una vasta area del deserto californiano fornendo la sensibilità di una singola antenna di 100 metri di diametro. C’è un enorme vantaggio di costi ma anche di campo di vista: una singola antenna potrebbe osservare solo una piccola parte del cielo mentre l’OV-LWA può vederlo tutto in una volta.
Grazie alla sua sensibilità e al campo di vista, l’OV-LWA produce un’enorme quantità di dati, circa 25 TeraByte ogni giorno, l’equivalente di oltre 5.000 DVD. Per gestirli serve un supercomputer, quello del progetto LEDA (Large-Aperture Experiment to Detect the Dark Ages) in New Mexico, presso l’altro radiotelescopio LWA e vicino al più grande VLA (Very Large Array).
I segnali delle antenne combinati dal supercomputer del progetto LEDA vengono successivamente inviati a un altro gruppo di computer, l’All-Sky Transient Monitor (ASTM) sviluppato al Caltech e al JPL. È questo secondo gruppo di computer che produce le immagini in tempo reale.
È grazie a questi supercomputer sempre più potenti che oggi è possibile costruire questi sparse array. Questi sistemi come i due LWA rappresentano per certi versi il futuro dell’astronomia e uno di essi, chiamato Low-Frequency Aperture Array (LFAA) sarà parte dello SKA (Square Kilometre Array), uno dei progetti astronomici più ambiziosi in fase di sviluppo.
L’atmosfera terrestre blocca o riflette alcune lunghezze d’onda radio, ponendo alcuni limiti a questo tipo di osservazioni. L’ideale, come per altri tipi di telescopi, sarebbe poter costruire un array nello spazio o in un luogo senza un’atmosfera che interferisca come la Luna.