
Ieri al National Astronomy Meeting (NAM2015) della Royal Astronomical Society, al centro Venue Cymru di Llandudno, in Galles, sono state presentate le prove della scoperta di buchi neri supermassicci trovati grazie al telescopio spaziale NuSTAR (Nuclear Spectroscopic Telescope Array) della NASA. Un team internazionale diretto da astronomi dell’Università britannica di Durham ha rilevato le emissioni di raggi X ad alta energia provenienti da cinque buchi neri che prima erano nascosti da polveri e gas.
George Lansbury, un ricercatore dell’Università di Durham e principale autore dello studio, che verrà pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal”, ha spiegato che gli astronomi sospettavano che ci fossero molti buchi neri supermassicci nascosti alla loro vista. Mancavano gli strumenti per riuscire a rilevare quelli so far nascosti da polveri e gas, che assorbono anche radiazioni elettromagnetiche ad alta energia.
Il telescopio spaziale NuSTAR, lanciato nel giugno 2012, è perfetto per questo tipo di ricerca perché può rilevare raggi X a energie molto più elevate rispetto ai precedenti satelliti. Si tratta delle uniche radiazioni elettromagnetiche in grado di passare attraverso le spesse nubi di gas e polveri che oscurano i buchi neri supermassicci oggetto di questa ricerca.
I ricercatori avevano selezionato nove galassie tra le tante candidate a ospitare un buco nero supermassiccio finora mai rilevato. In cinque casi, il telescopio spaziale NuSTAR ha rilevato un segnale di raggi X ad altissima energia. Solo un buco nero supermassiccio è in grado di emettere quel tipo di radiazione elettromagnetica, confermando le previsioni.
Gli oggetti osservati sono risultati perfino più attivi del previsto. La spiegazione è che c’è davvero un’enorme quantità di polveri e gas nell’area attorno al buco nero supermassiccio che vi orbita attorno scaldandosi moltissimo. È da quest’area, all’esterno dell’orizzonte degli eventi del buco nero, che provengono le radiazioni elettromagnetiche anche a energie molto elevate che riescono ancora a sfuggire alla potentissima gravità.
Questa ricerca ha trovato solo cinque buchi neri supermassicci nascosti ma fa pensare che nell’universo ve ne siano molti di più. Il telescopio spaziale NuSTAR sta permettendo di migliorare notevolmente le nostre conoscenze su questi oggetti che influenzano l’evoluzione delle galassie che li ospitano.
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