
Qualche ora fa l’osservatorio spaziale Astrosat è stato lanciato su un razzo vettore PSLV-XL dal centro spaziale Satish Dhawan nel volo indicato come PSLV-C30 dall’ISRO, l’agenzia spaziale indiana. Dopo poco più di 22 minuti Astrosat si è regolarmente separato dall’ultimo stadio del razzo per immettersi in un’orbita vicina all’equatore a un’altitudine di circa 650 chilometri. Assieme ad esso sono stati lanciati altri sei satelliti per conto di clienti di varie nazioni: il microsatellite indonesiano LAPAN-A2, il microsatellite canadese NLS-14 (Ev9) e quattro nanosatelliti degli USA LEMUR.
Astrosat è il primo osservatorio spaziale indiano. Non è il primo satellite astronomico costruito in India perché già nel 1996 venne lanciato IXAE (Indian X-ray Astronomy Experiment) ma nel 2004 l’ISRO ha approvato il nuovo progetto ben più ambizioso. Esso ha coinvolto un gran numero di istituti di ricerca astronomica nazionali per progettare e costruire gli strumenti di questo osservatorio spaziale. In alcuni casi c’è stata anche la collaborazione dell’agenzia spaziale canadese e dell’Università britannica di Leicester ma per la maggior parte il lavoro è stato fatto in India.
I cinque strumenti di Astrosat sono in grado di effettuare osservazioni alla luce visibili, agli ultravioletti e ai raggi X ad alta e a bassa energia. Di conseguenza, è in grado i effettuare simultaneamente osservazioni di un oggetto spaziale a diverse lunghezze d’onda. La maggior parte dei telescopi spaziali è specializzata nelle osservazioni a bande di frequenze limitate, Astrosat è stato progettato per studi di vario tipo, anche coordinati con altri osservatori spaziali e al suolo.
Gli obiettivi scientifici di Astrosat in una missione della durate prevista di 5 anni sono: capire i processi ad alta energia nei sistemi binari con stelle di neutroni e buchi neri, stimare i campi magnetici delle stelle di neutroni, studiare le regioni dove nascono le stelle e i processi ad alta energia in sistemi stellari oltre la nostra galassia, rilevare nuove sorgenti di raggi X ed effettuare un’indagine limitata a campo profondo dell’universo agli ultravioletti.
Il lancio dell’osservatorio spaziale Astrosat arriva poco dopo il primo anniversario dell’entrata nell’orbita di Marte della sonda spaziale MOM, conosciuta anche come Mangalyaan. Anche in questo caso, l’India entra a far parte di un ristretto gruppo dato che finora telescopi spaziali erano stati lanciati da USA, nazioni dell’Unione Europea e Giappone.
Anche la missione Astrosat serve ad aumentare la reputazione dell’ISRO mostrandone la capacità di costruire satelliti e sonde spaziali in grado di compiere missioni scientifiche importanti con un basso budget. In questo caso, il costo è stimato all’equivalente di poco più di 24 milioni di Euro. L’India conferma di essere una nazione importante nel campo delle missioni spaziali con tutti i progressi, anche economici, che ne conseguiranno.
