Un articolo appena pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive una ricerca sulla storia e sul futuro della formazione di pianeti simili alla Terra. Un team guidato da Peter Behroozi dello Space Telescope Science Institute (STScI) ha utilizzato dati raccolti dai telescopi spaziali Hubble e Kepler per valutare il ritmo di formazione di pianeti di tipo terrestre. La conclusione è che solo l’8% dei pianeti potenzialmente abitabili esisteva quando è nato il nostro sistema solare.
Questa conclusione significa anche che la stragrande maggioranza dei pianeti potenzialmente abitabili si formerà nel futuro, anche lontano migliaia di miliardi di anni. In sostanza, secondo questo studio la Terra è nata presto e ci vorrà un tempo molto più lungo della sua vita perché questo tipo di pianeta diventi comune nell’universo.
Il telescopio spaziale Hubble ha permesso di analizzare la storia della formazione stellare durante la crescita delle galassie. I dati mostrano che l’universo creava stelle a una velocità elevata 10 miliardi di anni fa ma questo processo utilizzava solo una piccola frazione dell’idrogeno e dell’elio disponibili. Oggi la nascita di stelle avviene a un ritmo molto più lento ma c’è ancora moltissimo gas disponibile perciò stelle e pianeti continueranno a formarsi ancora per un periodo lunghissimo.
Il telescopio spaziale Kepler ha permesso di capire che i pianeti delle dimensioni della Terra nella zona abitabile della loro stella sono comuni nella Via Lattea. Basandosi su quest’indagine, gli scienziati predicono che in questo momento ci dovrebbe essere un miliardo di pianeti delle dimensioni della Terra nella Via Lattea. Questa stima cresce enormemente considerando i 100 miliardi di galassie nell’universo osservabile.
Mettendo assieme le varie osservazioni, gli autori di questo studio concludono che le stelle potrebbero continuare a splendere per oltre centomila miliardi di anni. Nel frattempo, esse continueranno a formarsi e una parte di esse avrà pianeti potenzialmente abitabili. Secondo i ricercatori, le probabilità di formazione salgono all’interno degli ammassi galattici giganti e nelle galassie nane, dove c’è una maggior quantità di gas ancora utilizzabile.
Se anche le conclusioni di questo studio fossero precise, resta da vedere quale percentuale dei pianeti di tipo terrestre possa ospitare forme di vita e quante di esse possano sviluppare specie senzienti. Stiamo appena cominciando ad avere abbastanza dati per capire dove possano nascere forme di vita e stiamo parlando di vita del tipo che conosciamo noi. Altri tipi di forme di vita sono stati teorizzati ma ne sappiamo ancora troppo poco. Nei prossimi anni potrebbero esserci nuove straordinarie scoperte che ci permetteranno di capire molto di più.