5 possibili super-eruzioni come quelle di Eta Carinae

La Nebulosa Omuncolo di Eta Carinae fotografata dal telescopio spaziale Hubble (Immagine NASA, ESA, and the Hubble SM4 ERO Team)
La Nebulosa Omuncolo di Eta Carinae fotografata dal telescopio spaziale Hubble (Immagine NASA, ESA, and the Hubble SM4 ERO Team)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” descrive una ricerca che ha portato alla scoperta di stelle davvero fuori dal normale. Si tratta di sistemi binari composti da due stelle molto massicce che possono dar luogo a immense eruzioni. Questi sistemi sono gemelli di Eta Carinae, diventato celebre per l’eruzione avvistata nel XIX secolo. Esaminando osservazioni effettuate usando i telescopi spaziali Spitzer e Hubble un gruppo di ricercatori ha trovato 5 candidati in altre galassie.

Il sistema binario di Eta Carinae è lontano circa 7.500 anni luce dalla Terra ed è costituito da due stelle davvero massicce visto che la più grande è un’ipergigante blu che ha una massa circa 90 volte quella del Sole e l’altra ha una massa che potrebbe essere anche più di 30 volte quella del Sole. La loro luminosità complessiva è milioni di volte quella del Sole.

Il sistema di Eta Carinae divenne celebre nel XIX secolo: nel 1820 la sua luminosità cominciò ad aumentare raggiungendo il picco nel 1843, un evento che venne chiamato la Grande Eruzione e lo fece apparire per qualche decennio come la seconda stella più brillante nel cielo. Successivamente, la sua luminosità calò notevolmente per risalire brevemente in un paio di occasioni durante il XX secolo.

Gli strumenti del XIX secolo erano ben lontani da quelli odierni e gli astronomi non hanno ancora trovato una spiegazione a un’eruzione come quella di Eta Carinae. Attorno alle sue stelle ci sono tracce di un’esplosione che ha formato la Nebulosa Omuncolo, una struttura finora ritenuta unica.

Per avere qualche risposta e capire meglio l’evoluzione di stelle massicce come quelle che formano quel sistema binario, un gruppo di ricercatori ha provato a cercare altri sistemi analoghi. Per riuscirci, è stato necessario sviluppare l’equivalente delle impronte digitali di Eta Carinae nella luce visibile e agli infrarossi.

La ricerca era cominciata nel 2012 esaminando sette galassie per circa due anni. È stata trovata una classe di stelle meno massicce e meno luminose di Eta Carinae che sono interessanti dal punto di vista scientifico per altri motivi ma non sono sue gemelle. Per questo motivo, nel 2015 la ricerca è stata estesa ad altre galassie e finalmente sono arrivati i risultati sperati.

Nella galassia M83, distante 15 milioni di anni luce dalla Terra, sono stati trovati due candidati e altri tre sono stati trovati rispettivamente nelle galassie NGC 6946, M101 e M51, distanti tra i 18 e i 26 milioni di anni luce dalla Terra. Questi candidati hanno mostrato caratteristiche alla luce visibile e agli infrarossi simili a quelli di Eta Carinae. Ciò significa che molto probabilmente essi contengono una stella di massa elevata sepolta in una massa di gas e polveri tra le 5 e le 10 masse solari.

Saranno necessarie ulteriori osservazioni per confermare che i 5 candidati sono davvero gemelli di Eta Carinae. Essi saranno tra gli obiettivi di studio del telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è ora previsto per il 2018. Esso è dotato dello strumento Mid-Infrared Instrument (MIRI), ideale per le osservazioni alle frequenze infrarosse a cui brilla particolarmente Eta Carinae.

I 5 candidati che potrebbero essere gemelli di Eta Carinae fotografati dai telescopi spaziali Spitzer e Hubble (Immagine NASA, ESA, and R. Khan (GSFC and ORAU))
I 5 candidati che potrebbero essere gemelli di Eta Carinae fotografati dai telescopi spaziali Spitzer e Hubble (Immagine NASA, ESA, and R. Khan (GSFC and ORAU))

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