Gli scienziati della NASA hanno trovato una nuova attività geologica sul pianeta nano Plutone che è davvero unica: si tratta di colline galleggianti che si spostano nel tempo, seppure a velocità molto basse. Queste colline nell’area chiamata informalmente Sputnik Planum sono probabilmente versioni più piccole delle grandi montagne al confine occidentale dell’area. Per il loro comportamento, sono state paragonate agli iceberg terrestri.
Sputnik Planum è nel cuore di Plutone, nel senso che costituisce una parte della grande area del pianeta nano a forma di cuore. Essa è caratterizzata da ghiacciai di vario tipo perché c’è una sorta di mare di azoto ghiacciato sul quale le colline composte di ghiaccio d’acqua possono galleggiare. Ciò può sembrare bizzarro ma quando l’azoto diventa solido la sua densità diventa maggiore rispetto a quella dell’acqua ghiacciata.
La conseguenza è che le colline composte di ghiaccio d’acqua possono scorrere sopra il mare composto di ghiaccio d’azoto. Si tratta di un fenomeno simile a ciò che succede sulla Terra, dove gli iceberg fluttuano sui mari. Su Plutone, le colline non sono parte di calotte polari ma di ghiacciai composti d’acqua che hanno origine nell’area mostrata nell’estremità destra dell’immagine. I frammenti che si staccano da quell’area vengono trasportati dal mare di azoto.
Gli scienziati ritengono che il ghiaccio d’azoto generi movimenti convettivi che spingono le colline spostandole attraverso Sputnik Planum. Nella regione chiamata informalmente Challenger Colles in onore dell’equipaggio dello Space Shuttle Challenger andato distrutto nella tragedia del 1986 la densità delle colline sembra essere particolarmente elevata abbracciando un’area di circa 60 per 35 chilometri di dimensione.
La velocità degli spostamenti delle colline è molto bassa perciò possono impiegare milioni di anni per muoversi dai ghiacciai di origine ad altre aree lontane poche centinaia di chilometri. La fotografia dell’area è stata scattata dallo strumento MVIC (Multispectral Visible Imaging Camera) della sonda spaziale New Horizons da una distanza di circa 16.000 chilometri da Plutone. Lo scatto è avvenuto pochi minuti prima del massimo avvicinamento durante lo straordinario volo ravvicinato del 14 luglio 2015.
Fenomeni come quello delle colline galleggianti mostrano un tipo di attività geologica ancora in corso su Plutone nonostante le bassissime temperature. Esso spiega perché i ghiacci nell’area a forma di cuore siano relativamente giovani, con un’età stimata attorno ai 10 milioni di anni. In attesa degli altri dati che la sonda spaziale New Horizons sta ancora trasmettendo, cominciano ad arrivare risposte sui misteri di Plutone.
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