Un articolo pubblicato sulla rivista “Icarus” descrive il cambiamento di colori e brillantezza rilevato sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dalla sonda spaziale Rosetta dell’ESA. Si tratta delle prime scoperte di uno studio e riguardano i mesi immediatamente successivi l’arrivo di Rosetta nell’orbita della cometa, nell’agosto 2014.
Da quel momento fino al novembre 2014, la sonda spaziale Rosetta ha mantenuto una distanza tra i 100 e i 10 chilometri di distanza dal nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ed erano i mesi in cui si stava avvicinando al Sole, da una distanza di 542 milioni a 438 milioni di chilometri. La conseguenza è che in quel periodo la sua superficie si stava scaldando e vari materiali sublimavano determinando continui cambiamenti.
Lo strumento VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer) della sonda spaziale Rosetta ha monitorato i cambiamenti della luce riflessa dalla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko in una vasta gamma di frequenze elettromagnetiche sia della luce visibile che infrarosse per rilevare i cambiamenti nella composizione dello strato più esterno.
Inizialmente, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko era sorprendentemente scura considerando la quantità di ghiaccio d’acqua che contiene. Ciò era dovuto al fatto che la maggior parte della sua superficie era coperta da uno strato di polvere tendenzialmente scura composta da una miscela di minerali ma anche di sostanze organiche.
Con l’avvicinamento al Sole, l’attività sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è diventata sempre più intensa con una crescente sublimazione di vari materiali che hanno formato la sua chioma e la coda. Ciò ha determinato anche un’espulsione della polvere che ricopriva la superficie, lasciando il ghiaccio esistente sotto di essa sempre più esposto e per questo motivo il nucleo della cometa è diventato sempre più brillante.
Questo studio riguarda solo i dati dei primi mesi della missione Rosetta ma proseguirà analizzando i dati del periodo successivo. I ricercatori hanno ancora molti mesi di dati da esaminare per capire i meccanismi di attività della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko nel periodo in cui era più vicina al Sole. La ricerca finirà con l’attuale fase di allontanamento dove c’è invece un calo di attività sulla cometa.