Un articolo in fase di pubblicazione sulla rivista “Geophysical Research Letters” rilancia la teoria dell’esistenza di un oceano sotterraneo di acqua liquida su Plutone. Un’analisi di dati raccolti dalla sonda spaziale New Horizons della NASA durante il passaggio ravvicinato del 14 luglio 2015 effettuata da Noah Hammond, graduate student alla Brown University di Providence, nel Rhode Island, negli USA, offre qualche indizio a supporto di questa sorprendente possibilità.
Prove della presenza di oceani sotterranei in giro per il sistema solare sono sempre più numerose, in particolare riguardo a Europa, una delle grandi lune di Giove, ed Encelado, una luna di Saturno. In quei casi la presenza di pianeti giganti fornisce l’energia necessaria a scaldare l’acqua con i suoi effetti gravitazionali che deformano queste lune. Ben più strana è l’idea che acqua liquida possa essere presente nel sottosuolo di Plutone eppure non è nuova.
Nel 2011, ben prima che la sonda spaziale New Horizons raggiungesse Plutone, una ricerca aveva esaminato questa possibilità, basata sull’ipotetica presenza di una sufficiente quantità di materiali radioattivi. Il loro decadimento potrebbe almeno in passato aver generato energia sufficiente a rendere l’acqua liquida nel sottosuolo. Recentemente un’altra ricerca ha analizzato la possibilità che Caronte, la più grande delle lune di Plutone, possa aver avuto un oceano sotterraneo nel passato.
Noah Hammond ha provato ad analizzato gli indizi della presenza di un oceano sotterraneo su Plutone nel passato o perfino oggi. Il suo studio è basato su un modello di evoluzione termica aggiornato con dati rilevati dalla sonda spaziale New Horizons. Secondo questo modello, se nel passato ci fosse stata acqua liquida nel sottosuolo che a un certo punto si è congelata, l’intero pianeta si sarebbe contratto.
La contrazione sarebbe dovuta al fatto che il ghiaccio presente su Plutone non è come quello normale che conosciamo sulla Terra, che ha un volume maggiore rispetto all’acqua liquida. Alle temperature tipiche di quel pianeta nano e alle pressioni esistenti nel suo sottosuolo il ghiaccio avrebbe avuto una struttura cristallina più compatta con un volume inferiore.
Uno degli indizi suggeriti dalla ricerca del 2011 riguardava la presenza di faglie con spaccature sulla superficie di Plutone. Quegli elementi tettonici sono stati trovati e ce ne sono anche di notevoli dimensioni. Ciò suggerisce la possibilità che ci sia un oceano sotterraneo che si sta congelando lentamente e di conseguenza l’acqua si sta trasformando nel ghiaccio normale, espandendosi.
Come per Caronte, l’ipotesi che ci sia un oceano di acqua liquida nel sottosuolo di Plutone è basata su indizi decisamente insufficienti a chiudere la questione in un senso o nell’altro. Per capirci, ci sono molte più prove della presenza di oceani sotterranei su Europa ed Encelado. Il fatto che si tratti di un’ipotesi considerata seriamente in varie ricerche mostra comunque che negli ultimi anni prendiamo in considerazione possibilità che qualche decennio fa sembravano assurde.
Permalink