I resti di una supernova di tipo Ia individuati nella Grande Nube di Magellano

DEM L316A vista dal telescopio spaziale Hubble (Immagine ESA/Hubble & NASA, Y. Chu)
DEM L316A vista dal telescopio spaziale Hubble (Immagine ESA/Hubble & NASA, Y. Chu)

Una fotografia scattata dal telescopio spaziale Hubble mostra i resti di una stella morta molto tempo fa. Si tratta di scie di gas ionizzato che emettono ancora un debole bagliore, l’ultimo prodotto dell’immensa energia generata in una supernova di tipo Ia. Questi resti di una supernova chiamati DEM L316A si trovano nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, a circa 160.000 anni luce dalla Terra.

Una delle cause ritenute possibili di una supernova di tipo Ia è una nana bianca che ruba gas a una stella sua compagna. Ciò aumenta la sua massa fino a raggiungere un livello critico che innesca un’esplosione, appunto una supernova di tipo Ia. Un possibile caso di questo tipo è dato dalla cosiddetta supernova Tycho, la cui natura è ancora sotto studio. Anche quella che ha generato DEM L316A, conosciuta anche come SNR J0547.4-6941 e WCD97 Shell, potrebbe avere quell’origine.

La supernova genera un’enorme quantità di energia che fisicamente espelle gli strati esterni della stella nello spazio a velocità estremamente elevate. Sono proprio questi strati di gas a generare i resti che vediamo oggi perché si scaldano quando passano attraverso il materiale interstellare con la conseguenza che si ionizzano ed emettono il debole bagliore.

Lo strumento Wide Field Camera 3 (WFC3) del telescopio spaziale Hubble ha rilevato il bagliore emesso dalle scie che compongono DEM L316A agli infrarossi e nelle frequenze ottiche. Quattro filtri sono stati utilizzati nelle osservazioni: vicino agli infrarossi, blu e due filtri verdi. Assegnando diverse tonalità a ogni immagine monocromatica associata a un filtro individuale è stato possibile ottenere il colore dell’immagine pubblicata.

Lo studio di resti di supernove permette di valutare le conseguenze a lungo termine di questi eventi catastrofici. Dopo il periodo di fortissima luminosità, i materiali proiettati all’esterno viaggiano nello spazio. La loro pressione su nubi di gas anche molto lontane può innescare la nascita di altre stelle e gli elementi chimici creati nella supernova possono diventare parte di nuovi pianeti. Le supernove di tipo Ia richiedono ancora studi per capirne i meccanismi perciò casi come DEM L316A sono utili agli scienziati e ci forniscono immagini spettacolari.

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