L’esopianeta GJ 1132b potrebbe avere ossigeno nell’atmosfera ma non vita

Concetto artistico dell'esopianeta GJ 1132b con la sua stella sullo sfondo (Immagine cortesia Dana Berry / Skyworks Digital / CfA)
Concetto artistico dell’esopianeta GJ 1132b con la sua stella sullo sfondo (Immagine cortesia Dana Berry / Skyworks Digital / CfA)

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrive una ricerca sull’esopianeta GJ 1132b, preso come esempio di pianeta roccioso orbitante vicino a una stella nana rossa. Un team di astronomi guidato da Laura Schaefer dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) ha usato modelli informatici per simulare l’evoluzione dell’atmosfera di quel tipo di pianeta concludendo che potrebbe essere sottile e contenere ossigeno.

La stella GJ 1132, distante circa 39 anni luce dalla Terra, è grande circa il 20% del Sole ed emette una luce che è solo lo 0,1% di quella del Sole. L’esopianeta GJ 1132b, o Gliese 1132b, è stato scoperto nel 2015 grazie al progetto MEarth, un osservatorio robotico che ha come scopo proprio la ricerca di esopianeti attorno a nane rosse. La sua distanza dalla sua stella è di soli 2,2 milioni di chilometri con un anno che dura solo 1,6 giorni terrestri.

Anche se l’energia emessa dalla sua stella è relativamente debole, la vicinanza del pianeta GJ 1132b è tale che la temperatura sulla sua superficie è stimata attorno ai 230° Celsius. Dopo la sua scoperta, ulteriori osservazioni effettuate con il telescopio Magellan Clay e lo spettrografo HARPS avevano permesso di stimare la dimensione di questo pianeta, che risulta essere di poco superiore a quella della Terra, e la massa, che appare del 60% maggiore di quella della Terra.

Le caratteristiche dell’esopianeta GJ 1132b potrebbero renderlo simile a Venere ma rimaneva il dubbio sulle caratteristiche della sua atmosfera. Il team del CfA ha provato a simulare l’evoluzione dell’atmosfera di un pianeta di quel tipo ipotizzando che inizialmente essa contenesse vapore acqueo. La vicinanza alla sua stella genererebbe un effetto serra molto forte e allo stesso tempo una notevole irradiazione da ultravioletti che scinderebbero il vapore acqueo in idrogeno e ossigeno.

I gas nella caldissima atmosfera di GJ 1132b si disperderebbero nello spazio ma questo processo sarebbe molto più veloce per l’idrogeno che per l’ossigeno. Un’altra porzione di ossigeno potrebbe essere assorbita dalla superficie coperta di magma a causa delle temperature elevatissime. Per questi motivi, nel corso del tempo l’ossigeno nell’atmosfera potrebbe essere calato e oggi potrebbe essercene ancora solo una piccola percentuale o addirittura niente.

Alcuni telescopi di prossima generazione potrebbero essere in grado di studiare l’atmosfera dell’esopianeta GJ 1132b per mettere alla prova i modelli informatici applicati dal team del CfA. L’ossigeno viene cercato in particolare nell’atmosfera di esopianeti perché potrebbe essere un’indicazione della presenza di forme di vita, anche se una ricerca pubblicata nel 2015 ha proposto processi di generazione di ossigeno diversi da quelli biologici. Esopianeti come GJ 1132b costituiscono un caso diverso a causa delle condizioni impossibili per forme di vita di tipi che conosciamo.

Lo studio di esopianeti come GJ 1132b possono aiutare a capire meglio anche cosa sia successo su Venere e forse è vero anche l’opposto. Una ricerca pubblicata nel giugno 2016 ha proposto una spiegazione alla perdita d’acqua che era presente su Venere, un processo che potrebbe essere avvenuto anche su pianeti in altri sistemi solari. Si tratta di ricerche che aiuteranno gli scienziati a capire quali esopianeti rocciosi sono potenzialmente abitabili e quali sono invece simili a Venere.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *