Trovato un pianeta nel sistema di Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole

Concetto artistico della superficie di Proxima b. In alto a destra di Proxima Centauri ci sono Alpha Centauri A e B (Immagine ESO/M. Kornmesser)
Concetto artistico della superficie di Proxima b. In alto a destra di Proxima Centauri ci sono Alpha Centauri A e B (Immagine ESO/M. Kornmesser)

Ieri l’ESO ha tenuto una conferenza stampa per annunciare che probabilmente è stato scoperto un esopianeta che orbita attorno a Proxima Centauri, la stella più vicina al sistema solare. Un team di astronomi guidato da Guillem Anglada-Escudé, della Queen Mary University di Londra ha trovato quello che è stato chiamato Proxima b, un pianeta un po’ più massiccio della Terra che orbita nella zona abitabile della sua stella.

Gli astronomi dell’ESO stanno conducendo una campagna di ricerca di esopianeti attorno alle stelle più vicine chiamata Pale Red Dot (pallido puntino rosso). Il nome è ispirato all’espressione Pale Blue Dot (pallido puntino azzurro) utilizzata dall’astronomo Carl Sagan per indicare la Terra fotografata dalla sonda spaziale Voyager 1 della NASA quando si trovava a circa sei miliardi di chilometri dalla Terra.

La campagna Pale Red Dot utilizza lo spettrografo HARPS e nella prima metà del 2016 Proxima Centauri è stata osservata regolarmente. Allo stesso tempo, la stella è stata monitorata da altri telescopi in giro per il mondo. Le tracce dell’esopianeta Proxima b sono state rilevate utilizzando il metodo delle velocità radiali, basato sulle perturbazioni sulla velocità della stella causate dagli effetti gravitazionali in atto tra essa e il pianeta.

L’analisi di quelle perturbazioni ha indicato la presenza di un pianeta con una massa almeno il 30% superiore a quella terrestre che orbita a una distanza di circa 7 milioni di chilometri da Proxima Centauri. Quella distanza è solo il 5% di quella della Terra dal Sole ma quella stella è una nana rossa che emette una luce molto più debole del Sole. La conseguenza è che Proxima b è all’interno della zona abitabile della sua stella, quella in cui l’acqua può essere allo stato liquido sulla superficie del pianeta se la sua atmosfera ha caratteristiche simili a quelle dell’atmosfera terrestre.

Non sappiamo nulla dell’atmosfera di Proxima b, non siamo neppure certi che il pianeta abbia un’atmosfera. Al momento non c’è neppure la certezza che si tratti di un pianeta roccioso anche se i dati indicano che quella sia la sua natura più probabile. Ulteriori motivi di cautela arrivano dalle caratteristiche di Proxima Centauri, non proprio ideali per lo sviluppo di forme di vita.

Il problema principale di Proxima Centauri è che nonostante le sue piccole dimensioni è molto attiva perché fenomeno della convezione al suo interno genera un campo magnetico con un occasionale brillamento che può essere molto violento. La conseguenza è che Proxima b viene investito da forti emissioni ultraviolette e perfino raggi X con un’intensità che è stata stimata in 400 volte maggiore di quelle che colpiscono la Terra.

Quelle condizioni non danno una certezza che non vi possano essere forme di vita su Proxima b ma dovrebbero essere adattate a quel tipo di eruzioni stellari. Il pianeta potrebbe mostrare sempre la stessa faccia a Proxima Centauri come la Luna alla Terra a causa della sua vicinanza e in quel caso ci sono aree non colpite direttamente dalle eruzioni dove le condizioni potrebbero essere più favorevoli per le forme di vita.

La ricerca che ha portato alla scoperta di Proxima b è stata descritta in un articolo appena pubblicato sulla rivista “Nature”. Tuttavia, si tratta solo dell’inizio dello studio di questo esopianeta. Innanzitutto, sono necessarie conferme della sua esistenza perché nell’ottobre 2012 astronomi dell’ESO avevano annunciato la scoperta di un pianeta attorno ad Alpha Centauri B che aveva suscitato molto scetticismo e probabilmente in realtà non esite. In questi 4 anni sono stati fatti molti progressi nello studio degli esopianeti ma servono altri dati su Proxima b.

L’esistenza di un esopianeta potenzialmente abitabile che orbita attorno alla stella più vicina al Sole è certamente un ottimo stimolo per gli astronomi a studiarlo con altri telescopi. Alcuni tipi di studi richiedono un passaggio del pianeta di fronte alla sua stella ma da questo punto di vista la posizione di Proxima b non è buona perciò almeno nel futuro prossimo non sarà possibile.

Per ora, c’è una scoperta molto interessante perché Proxima b è l’esopianeta più vicino possibile e ha caratteristiche che hanno subito suscitato fin troppo entusiasmo. Definizioni come “gemello della Terra” sono decisamente azzardate ma certamente sentiremo ancora parlare di questo pianeta.

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