
Nel corso della giornata di ieri la sonda spaziale Juno della NASA ha compiuto il suo primo volo ravvicinato al pianeta Giove. Alle 15.44 italiane circa è passata a solo 4.200 chilometri di altitudine sopra le nuvole gioviane, la distanza minima prevista per tutta la sua missione primaria. A quel punto, Juno stava viaggiando a ben 208.000 km/h rispetto al pianeta. Si tratta del primo di 36 passaggi ravvicinati previsti nei due anni e mezzo della sua missione primaria.
La sonda spaziale Juno è entrata nell’orbita di Giove il 4 luglio 2016 ma nel corso di quella manovra i suoi strumenti scientifici erano spenti per evitare che lo shock dell’entrata nel potentissimo campo magnetico del pianeta potesse danneggiarli. Juno si è immessa in un’orbita che minimizza i contatti con le fasce analoghe alle fasce di van Allen della Terra, tuttavia ci si aspetta che alcuni degli strumenti verranno resi inutilizzabili dalle radiazioni che li colpiranno nel corso della missione.
Nick Nybakken, il manager del progetto Juno al JPL della NASA, ha dichirato che il volo ravvicinato è stato un successo e i primi dati telemetrici ricevuto al suo termine indicano che tutto ha funzionato come previsto. Era la prima occasione in cui tutti gli strumenti scientifici della sonda erano attivi e puntati su Giove per cominciare la raccolta di dati. Ci vorranno alcuni giorni per inviare tutti i dati alla NASA e a quel punto cominceranno le loro analisi.
Siamo comunque ben lontani dai circa 15 mesi necessari alla sonda spaziale New Horizons per inviare tutti i dati raccolti sul pianeta nano Plutone e delle sue lune. Si tratta di due missioni molto diverse: New Horizons aveva lo scopo di scoprire in un unico volo ravvicinato un pianeta nano che fino a un anno fa era poco più di un pugno di pixel mentre Juno è in orbita attorno a Giove e ha lo scopo di approfondire le nostre conoscenze di un pianeta relativamente vicino e quindi già visitato da varie sonde spaziali e molto più facile da studiare con i telescopi.
Per questi motivi, la missione Juno è basata soprattutto su strumenti di vario tipo e ha solo la JunoCam per scattare fotografie. Si tratta di un mini-telescopio con macchina fotografica alla luce visibile incluso nel set di strumenti in particolare per l’utilità a scopo didattico e per il pubblico che può apprezzare le immagini molto più che tutti gli altri dati che richiedono certe conoscenze per essere compresi.
La JunoCam sarà comunque utile anche per scattare fotografie di Giove da un’orbita che offre un punto di vista diverso da quelle delle sonde spaziali precedenti. Ciò permetterà di ottenere immagini dell’atmosfera del pianeta e dei suoi poli migliori di quelle finora disponibili. Le prime dovrebbero essere pubblicate a partire dalla prossima settimana.