
Nei giorni scorsi due diversi gruppi di ricercatori hanno pubblicato le loro mappe cosmiche. Il progetto VIPERS ha usato lo spettrografo VIMOS installato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO per esaminare 90.000 galassie e creare una mappa tridimensionale molto accurata ed estesa dell’universo lontano. Il progetto Pan-STARRS ha usato il telescopio di Haleakala, alle Hawaii, per ottenere immagini ripetute di tre quarti del cielo visibile e creare una mappa di miliardi di oggetti spaziali.
Il progetto VIPERS (VIMOS Public Extragalactic Survey) è coordinato da ricercatori dell’INAF e per otto anni ha osservato 90.000 galassie ricostruendo la loro distribuzione spaziale e le loro proprietà fisiche. La ricerca ha osservato galassie nelle profondità dello spazio e alcune di esse sono molto antiche, con età fino a 9 miliardi di anni. C’è quindi un interesse specifico nei confronti dell’universo quand’era relativamente giovane.
Le galassie osservate sono raggruppate in grandi strutture filamentose che connettono gli ammassi galattici circondando ampie aree vuote. Mapparle può fornire dati utili a capire come quelle strutture si siano sviluppate nel corso del tempo grazie al confronto con mappe dell’universo attuale, ad esempio quelle di un’altra grande indagine chiamata SDSS (Sloan Digital Sky Survey). Quella che è stata definita una ragnatela cosmica viene considerata il risultato di piccole perturbazioni esistenti già nell’universo primordiale che sono state amplificate dalla forza di gravità.
Delle galassie osservate sono state raccolte informazioni riguardanti la luminosità che va dall’infrarosso all’ultravioletto, i loro colori intrinseci, la massa totale delle loro stelle, la velocità di creazione di altre stelle, la loro forma e struttura interna. Tutto ciò ha permesso di creare una mappa che combina grande volume e dettagli a piccola scala delle strutture.
Questa grande mappa non servirà solo come aiuto nelle osservazioni astronomiche ma anche per una serie di ricerche cosmologiche. Ad esempio, ricostruire i movimenti delle galassie su lunghissimi periodi permetterà di effettuare altri test della teoria della Relatività Generale di Albert Einstein su una scala davvero enorme. Stiamo parlando di movimenti per i quali è stata teorizzata l’esistenza dell’energia oscura e ricostruirli con precisione aiuterà a capire se esista davvero e forse fornirà qualche indizio sulla sua natura.
La mappa del progetto progetto Pan-STARRS (Panoramic Survey Telescope And Rapid Response System) è invece più generale, dato che include circa 3 miliardi di oggetti spaziali tra stelle, galassie e altri ancora che vanno da oggetti nella fascia di Kuiper a nubi di polvere cosmica. I dati sono stati rilevati tra il maggio 2010 e il marzo 2014 in una serie di indagini chiamate Pan-STARRS 1 ottenendo un’enorme mole di informazioni che è stata stimata in un totale di circa cento volte quelle contenute nell’intera Wikipedia.
Il progetto Pan-STARRS ha incluso una serie di oggetti all’interno del sistema solare, quindi nel vicinato in termini astronomici. Una delle indagini è stata dedicata agli asteroidi di tipo NEO, potenzialmente pericolosi per la Terra. Il suo successo ha portato a una collaborazione con la NASA, che negli ultimi anni è sempre più attiva nella mappatura di quegli asteroidi.
Questi due progetti hanno creato mappe cosmiche diverse con scopi diversi ma in entrambi i casi ci sono progressi nelle nostre conoscenze dell’universo, vicino e lontano, e della sua evoluzione. Le mappe create saranno anche utili nei prossimi anni per una serie di nuove ricerche.
