Un’anomala abbondanza di elio in molte stelle dell’ammasso globulare M14

L'ammasso globulare M14 (Image NOIRLab/NSF/AURA)
L’ammasso globulare M14 (Image NOIRLab/NSF/AURA)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati di osservazioni dell’ammasso globulare M14. Un team di astronomi guidato da Francesca D’Antona dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica) di Roma ha usato il telescopio spaziale Hubble per studiare M14 scoprendo che oltre un terzo delle stelle di M14 contiene una quantità di elio mai osservata fuori dagli ammassi globulari dato che ha picchi superiori al 30% della loro massa. Secondo i ricercatori, la spiegazione più probabile è che si tratti di stelle di seconda generazione che hanno inghiottito l’elio espulso da stelle di prima generazione durante la loro agonia.

Lontano circa 30.000 anni luce dalla Terra, M14, conosciuto anche come NGC 6402, è un ammasso globulare, un insieme di stelle con forti legami gravitazionali raggruppate in forma sferoidale. Contiene centinaia di migliaia di stelle che lo rendono uno dei più massicci della Via Lattea ma è difficile da studiare perché tra la Terra ed M14 c’è la Nube di Rho Ophiuchi, una gigantesca nube molecolare piena di gas e polveri che bloccano molte emissioni elettromagnetiche provenienti dall’ammasso globulare.

Nonostante i problemi a ottenere osservazioni di qualità adeguata, il team di Francesca D’Antona ha condotto uno studio che è cominciato con la ricostruzione della struttura della Nube di Rho Ophiuchi. Questo risultato è stato ottenuto usando una nuova tecnica e osservazioni condotte con lo strumento WFC3 (Wide Field Camera 3) del telescopio spaziale Hubble e ciò ha permettesso di eliminare la sua luce lasciando nelle osservazioni le emissioni provenienti dall’ammasso globulare M14.

L’analisi dei dati riguardanti M14 raccolti con il telescopio spaziale Hubble indica che oltre un terzo delle stelle di questo ammasso globulare contiene una quantità di elio fuori dal normale, con picchi superiori al 30% della loro massa. Non è la prima volta che vengono scoperti casi del genere in un ammasso globulare. Ad esempio, NGC 2808 contiene stelle con picchi di elio ben più elevati di quelli spiegabili con i normali processi.

La spiegazione proposta da Francesca D’Antona e dai suoi collaboratori è che le stelle ad alto contenuto di elio costituiscano la seconda generazione nell’ammasso globulare M14. Questo gruppo di stelle è nato circa 13 miliardi di anni fa e probabilmente vi fu una prima generazione che conteneva una quantità normale di elio. Quando le stelle massicce di prima generazione entrarono in agonia per poi esplodere in supernove cominciarono a spargere elio nello spazio interstellare. La seconda generazione di stelle potrebbe aver inghiottito una quantità anomala di elio.

Questo studio dell’ammasso globulare M14 offre nuove informazioni utili per capire quali processi possano avvenire nella formazione delle stelle all’interno di questi gruppi di stelle. Si tratta di stelle molto antiche che vengono studiate con interesse innanzitutto perché aiutano a capire la formazione delle prime stelle avvenuta qualche centinaio di milioni di anni dopo il Big Bang.

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