Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astronomical Journal” riporta osservazioni del blazar OJ 287 condotte combinando diversi radiotelescopi in varie aree del mondo e l’antenna RadioAstron nello spazio. Un team di ricercatori che include Gabriele Bruni dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica) di Roma ha ottenuto in questo modo le immagini alla più alta risoluzione ottenuta finora di OJ 287. Esse confermano la presenza di due buchi neri supermassicci ad alimentare il nucleo galattico attivo, uno dei motivi per cui questo blazar è da molto tempo al centro dell’interesse di molti scienziati.
Se i buchi neri supermassicci sono da tempo tra i principali oggetti di studio da parte di astronomi e astrofisici, una coppia di questi oggetti estremi non può che aumentare quell’interesse. Per questo motivo, il blazar OJ 287 è stato studiato con diversi strumenti ma cogliere dettagli di una galassia lontana circa cinque miliardi di anni luce è difficile. Un passo avanti è stato compiuto combinando le rilevazioni di diversi radiotelescopi.
L’interferometria di base molto lunga è la tecnica utilizzata per questo tipo di combinazione di strumenti sparsi per il mondo. Si tratta della stessa tecnica che è stata utilizzata per ottenere la storica immagine dell’area attorno al buco nero supermassiccio al centro della galassia M87.
Per ottenere immagini di elevata qualità del blazar OJ 287, sono stati usati dodici radiotelescopi che includono l’antenna INAF della stazione Radioastronomica di Noto, in Sicilia, quella della stazione Radioastronomica di Medicina, in provincia di Bologna, e il e il Sardinia Radio Telescope. Ad essi, sono state aggiunte le rilevazioni condotte con l’antenna RadioAstron dell’agenzia spaziale russa Roscosmos. I vari radiotelescopi hanno condotto le loro rilevazioni a diverse lunghezze d’onda, aumentando la quantità e la qualità dei dati ottenuti.
L’immagine (Cortesia Eduardo Ros/MPIfR (collage), Gómez et al., The Astrophysical Journal, 2022 (images)) mostra il blazar OJ 287 osservato a diverse lunghezze d’onda da RadioAstron, GMVA e VLBA, tre dei radiotelescopi utilizzati per questo studio.
Le osservazioni del blazar OJ 287 mostrano la presenza di diversi “nodi” di emissione, aree più luminose in un getto di plasma fortemente piegato in una curvatura che si accentua nella direzione della sua origine. Secondo i ricercatori, si tratta di un fenomeno coerente con la presenza di due buchi neri supermassicci all’interno della galassia che ospita questo blazar.
Secondo studi precedenti, il blazar è formato da uno dei più grandi buchi neri conosciuti con una massa stimata in circa 18 miliardi di volte quella del Sole. L’altro oggetto sembra piccolo di fronte al primario con una massa che è stimata in “sole” 150 milioni di volte quella del Sole. Col passare del tempo, i due buchi neri dovrebbero avvicinarsi fino alla fusione finale.
La crescita dell’astronomia delle onde gravitazionali rende il blazar OJ 287 un possibile oggetto di studio per futuri strumenti in grado di rilevare quel tipo di emissioni provenienti dalla coppia di buchi neri supermassicci. Ciò perché la loro vicinanza rende probabili emissioni di quel tipo anche se la loro fusione è ancora molto lontana nel tempo. OJ 287 è un oggetto di vari tipi di studio, ad esempio per la conferma del teorema no-hair, perciò continuerà a essere esaminato con attenzione.