Un piccolo esopianeta individuato nel sistema di Proxima Centauri

Concetto artistico di Proxima d e Proxima Centauri (Immagine ESO/L. Calçada)
Concetto artistico di Proxima d e Proxima Centauri (Immagine ESO/L. Calçada)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riporta la scoperta di un altro pianeta roccioso nel sistema di Proxima Centauri. Un team di ricercatori guidato da João Faria dell’Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço, Portogallo, che include Mario Damasso dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica) ha usato rilevazioni condotte con lo spettrografo ESPRESSO montato sul VLT dell’ESO in Cile per trovare le tracce del pianeta che è stato catalogato come Proxima d. Si tratta dell’esopianeta con la massa più piccola individuato con il metodo della velocità radiale dato che la massa minima stimata è circa un quarto di quella della Terra, il doppio di quella di Marte. La sua distanza da Proxima Centauri è attorno ai 4 milioni di chilometri perciò è più simile a Venere o a Mercurio.

Proxima Centauri è la stella più vicina al sistema solare ma individuare pianeti che orbitano attorno a questa nana rossa è difficile perché hanno pochissime probabilità di passare di fronte alla loro stella dal punto di vista terrestre. Per questo motivo, Proxima Centauri è stata studiata con spettrografi che possono sfruttare il metodo della velocità radiale. Negli anni scorsi, questi sforzi hanno portato alla scoperta di due pianeti in quel sistema e ora il team di João Faria ha riportato l’individuazione di un terzo pianeta.

L’effetto dell’esopianeta Proxima d sulla sua stella è davvero minimo e ciò ha reso difficile la sua individuazione con il metodo della velocità radiale. I ricercatori hanno avuto bisogno di uno spettrografo molto avanzato come ESPRESSO (Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanets and Stable Spectroscopic Observations), installato sul VLT (Very Large Telescope) e attivato quasi esattamente quattro anni fa. Ci sono volute diverse rilevazioni per convincere i ricercatori che i segnali spettrografici fossero effettivamente prodotti dalla presenza di un pianeta e non da altri fenomeni.

Proxima d è l’esopianeta con la massa più piccola scoperto con il metodo della velocità radiale. La scoperta indiretta offre informazioni limitate su un esopianeta che vengono calcolate in base ai suoi effetti sulla sua stella. La massa stimata, in questo caso circa un quarto di quella della Terra, è quella minima ma potrebbe essere significativamente superiore. La massa è quella di un pianeta roccioso ma servirebbero osservazioni dirette per ottenere informazioni sulle sue caratteristiche.

I dati raccolti indicano che l’esopianeta Proxima d ha un anno che dura poco più di 5 giorni terrestri per una distanza dalla stella Proxima Centauri di circa 4 milioni di chilometri. Ciò significa che Proxima d è troppo vicino alla sua stella per essere nell’area abitabile del suo sistema. Le nane rosse sono stelle piccole ma possono essere molto attive perciò è probabile che anche Proxima d sia colpito spesso da brillamenti molto violenti.

Senza osservazioni dirette è impossibile dire se l’esopianeta Proxima d abbia un’atmosfera. La sua massa ridotta rende meno probabile la presenza di un nucleo planetario in grado di generare un campo magnetico che lo protegga. La combinazione tra la piccola massa e l’esposizione a violenti brillamenti stellari riduce le probabilità che Proxima d possa avere un’atmosfera. Potrebbe averne avuta una nel passato che è stata spazzata via dai venti e dai brillamenti stellari com’è successo a Marte. Ciò significa che probabilmente è simile a Mercurio.

L’articolo che riporta la scoperta di Proxima d lo definisce candidato anche se le probabilità che si tratti effettivamente di un esopianeta sono molto elevate. La prudenza è normale in questi casi di scoperta indiretta, in attesa di conferme da altri team che probabilmente potranno solo tentare un’altra misurazione della velocità radiale con altri spettrografi. Per ora, sembra un ottimo risulato ottenuto con lo spettrografo ESPRESSO che offre nuove informazioni sul sistema di Proxima Centauri e nuove prospettive per la ricerca di esopianeti, anche piccoli, che orbitano attorno a nane rosse.

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