Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riporta la vista più dettagliata mai ottenuta di resti all’interno dell’ammasso galattico Abell 3667 con un’onda d’urto che si espande per oltre sei milioni di anni luce, la più grande mai individuata. Un team di ricercatori guidato da Francesco de Gasperin dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica) ha usato il radiotelescopio MeerKAT per ottenere le immagini dettagliate di un’onda d’urto generata dalla collisione tra due ammassi galattici avvenuta oltre un miliardo di anni fa.
Interazioni tra galassie sono comuni ma ci sono casi in cui le interazioni riguardano interi ammassi. Quando le interazioni diventano fusioni, tra le conseguenze c’è l’emissione di onde d’urto che attraversano l’ammasso che si è formato. Francesco Gasperin ha spiegato che quelle onde d’urto agiscono come acceleratori di particelle che spingono gli elettroni a velocità vicine a quella della luce. Quando quegli elettroni attraversano un campo magnetico, emettono onde radio e ciò permette di rilevarle con le loro linee di campo magnetico e le regioni in cui gli elettroni vengono accelerati.
Abell 3667 è un ammasso galattico che fa parte di una formazione ancor più colossale, il cosiddetto Superammasso del Microscopio. Esso è talmente vasto che ancora non è stato accertato quali ammassi esistenti in quella zona dell’universo ne facciano parte e quali invece siano relativamente vicini ad esso ma non sono legati gravitazionalmente ad esso. Ottenere con certezza questo tipo di risposte su una formazione lontana oltre un miliardo di anni luce che si estende per oltre trecento milioni di anni luce è un lavoro lungo e complesso.
Tra le certezze ottenute dagli astronomi c’è uno scontro tra ammassi galattici avvenuto oltre un miliardo di anni fa che diede origine al nuovo ammasso catalogato come Abell 3667. Ottenere immagini che includano un oggetto esteso come un ammasso galattico e allo stesso tempo siano molto dettagliate è di solito impossibile per gli strumenti radioastronomici. Tuttavia, il radiotelescopio MeerKAT è un precursore del radiotelescopio di prossima generazione SKA ed è stato progettato per ottenere entrambi i risultati. Un’altra possibilità offerta da MeerKAT è quella di studiare la polarizzazione delle onde radio rilevate. Ciò permette di studiare i campi magnetici cosmici.
L’immagine in alto (Francesco de Gasperin, SARAO) mostra l’ammasso galattico Abell 3667 nel suo complesso dato che le singole galassie sono troppo piccole per essere visibili. In bianco il gas presente nello spazio tra le sue galassie. In rosso le due principali onde d’urto generate durante la fusione tra due ammassi.
L’immagine in basso (Francesco de Gasperin, SARAO) mostra un particolare di una delle due onde d’urto più grandi con la struttura filamentosa in evidenza. Sono visibili anche molte galassie ma la maggior parte non fa parte dell’ammasso Abell 3667. In alto, leggermente a destra, una rappresentazione della Via Lattea come verrebbe vista se fosse alla stessa distanza dell’onda d’urto.
Le osservazioni radio delle onde d’urto nell’ammasso galattico Abell 3667 hanno permesso di stabilire che si stanno ancora propagando nel plasma presente tra le galassie. La loro velocità è elevatissima, stimata a circa 1.500 km/s. In realtà, non c’è un’unica onda d’urto bensì un insieme di onde d’urto più piccole e di diverse intensità. L’onda d’urto principale attraversa Abell 3667 per una dimensione di oltre sei milioni di anni luce, circa sessanta volte il diametro della Via Lattea.
Questo studio sulle conseguenze della formazione dell’ammasso galattico Abell 3667 saranno utili per migliorare i modelli riguardanti le fusioni di ammassi e le onde d’urto che vengono generate di conseguenza. Questi eventi hanno conseguenze sulle strutture più grandi dell’universo e anche sulla formazione stellare all’interno delle galassie che ne fanno parte perciò il loro studio è utile in vari tipi di ricerca.