February 2022

Concetto artistico di fusione tra due nane bianche (Immagine Nicole Reindl (CC BY 4.0))

Due articoli pubblicati sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters” riportano diversi aspetti di uno studio su due stelle anomale dato che si tratta di due subnane che hanno carbonio e ossigeno sulla superficie invece di idrogeno ed elio. Un team guidato dal professor Klaus Werner dell’Università tedesca di Tubinga ha scoperto le due stelle, catalogate come PG 1654+322 e PG 1528+025 all’interno di una ricerca mirata a capire meglio le fasi finali dell’evoluzione stellare. Un team guidato dal dottor Miller Bertolam dell’Istituto di Astrofisica di La Plata, in Argentina, ha offerto una possibile spiegazione alle due stelle anomale spiegando in uno dei due articoli che potrebbero essersi formate in seguito a fusioni tra due nane bianche.

Il cargo spaziale Progress MS-19 al decollo su un razzo Soyuz-2.1a (Immagine cortesia Roscosmos)

Poche ore fa la navicella spaziale Progress MS-19 è decollata su un razzo vettore Soyuz-2.1a dal cosmodromo kazako di Baikonur. Dopo circa nove minuti si è separata con successo dall’ultimo stadio del razzo e si è immessa sulla sua rotta. Il cargo spaziale ha iniziato la missione di rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale indicata anche come Progress 80 o 80P. In questa missione, la rotta utilizzata è quella che richiede circa due giorni di viaggio.

Concetto artistico del sistema di WD1054-226 (Immagine cortesia Mark A. Garlick / markgarlick.com)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notice of the Royal Astronomical Society” riporta l’osservazione di detriti orbitanti attorno alla nana bianca catalogata come WD1054-226 in una formazione che suggerisce un legame gravitazionale come quello che può essere generato da un pianeta. Un team di ricercatori ha usato la macchina fotografica ULTRACAM montata sul telescopio NTT all’Osservatorio La Silla dell’ESO in Cile per esaminare gli oggetti che passano regolarmente di fronte a quei resti di stella. Dati ottenuti dal telescopio spaziale TESS della NASA hanno aiutato a identificare quello che sembra un disco di detriti che non si sono dispersi, forse grazie a un pianeta che agisce come una sorta di pastore che li tiene legati. Il pianeta sarebbe nell’area abitabile di quel sistema, un caso particolare dato che ha al centro una nana bianca.

Concetto artistico di Proxima d e Proxima Centauri (Immagine ESO/L. Calçada)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riporta la scoperta di un altro pianeta roccioso nel sistema di Proxima Centauri. Un team di ricercatori guidato da João Faria dell’Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço, Portogallo, che include Mario Damasso dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica) ha usato rilevazioni condotte con lo spettrografo ESPRESSO montato sul VLT dell’ESO in Cile per trovare le tracce del pianeta che è stato catalogato come Proxima d. Si tratta dell’esopianeta con la massa più piccola individuato con il metodo della velocità radiale dato che la massa minima stimata è circa un quarto di quella della Terra, il doppio di quella di Marte. La sua distanza da Proxima Centauri è attorno ai 4 milioni di chilometri perciò è più simile a Venere o a Mercurio.