Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta uno studio sulla magnetar catalogata come SGR 1830-0645, o semplicemente SGR 1830, e di macchie sulla sua superficie che hanno generato emissioni di raggi X. Un team di ricercatori ha usato il telescopio NICER installato sulla Stazione Spaziale Internazionale per monitorare le esplosioni di energia sulla superficie di SGR 1830 e la fusione di tre macchie in una sola. Altri dati sono stati raccolti grazie al telescopio spaziale Swift della NASA. La conclusione è che si tratti di un’attività che ha analogie con i movimenti delle placche tettoniche sulla Terra. Il campo magnetico della magnetar può portare la sua superficie al punto di deformarsi, spezzarsi e perfino fondersi anche se è estremamente dura. Le macchie sono aree in cui archi luminosi simili a quelli solari si collegano alla superficie.
L’attività esplosiva sulla superficie della magnetar SGR 1830 è stata rilevata inizialmente il 20 ottobre 2020. Questa stella di neutroni ha una distanza conosciuta in modo ancora approssimativo e stimata attorno ai 13.000 anni luce dalla Terra. Si tratta di una magnetar perché ha un campo magnetico straordinariamente potente, il più potente conosciuto.
Il telescopio spaziale Swift ha rilevato emissioni ripetute dalla magnetar SGR 1830 che hanno rivelato che ruota una volta ogni 10,4 secondi. Lo stesso giorno lo strumento NICER (Neutron Star Interior Composition Explorer), un telescopio installato sulla Stazione Spaziale Internazionale proprio per studiare le stelle di neutroni, ha rilevato quell’attività. NICER ha mostrato che le emissioni di raggi X indicavano tre picchi vicini a ogni rotazione. Le macchie erano regioni molto più calde di quelle circostanti, con temperature di vari milioni di gradi Kelvin.
Lo strumento NICER ha permesso di monitorare l’attività sulla superficie della magnetar SGR 1830 fino al 17 novembre, quando il Sole è diventato troppo vicino dal punto di vista della Stazione Spaziale Internazionale per poter continuare le osservazioni in sicurezza. Nel corso di quasi un mese, le emissioni hanno mostrato uno spostamento delle macchie in seguito a movimenti nella crosta di SGR 1830. Si tratta di movimenti simili a quelli delle placche tettoniche sulla Terra ma la crosta di una stella di neutroni è estremamente dura e probabilmente solo il potentissimo campo magnetico di una magnetar l’ha spezzata.
Secondo la ricostruzione dei ricercatori, la crosta della magnetar SGR 1830 è stata spezzata e parzialmente fusa, deformandosi sotto lo stress generato dal campo magnetico. Le macchie che si sono formate hanno analogie con gli archi di plasma del Sole e in questo caso si sono spostate fino a fondersi in una macchia unica.
Le magnetar sono oggetti estremi anche per gli standard delle stelle di neutroni con condizioni inimmaginabili nell’intero sistema solare. Osservazioni di eventi come la nascita e l’evoluzione di macchie come quelle scoperte sulla magnetar SGR 1830 possono aiutare a capire meglio l’ambiente esistente sulla superficie di quel tipo di oggetto, in particolare l’interazione tra la crosta e il campo magnetico. Si tratta di una sorta di laboratorio cosmico dove è possibile condurre test dei modelli fisici e astrofisici impossibili sulla Terra.