Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati di uno studio della stella V Hydrae che include la scoperta di un sistema di sei anelli che la circondano e si stanno espandendo e due strutture a clessidra. Un team guidato da Raghvendra Sahai del JPL della NASA ha usato il radiotelescopio ALMA e dati raccolti con il telescopio spaziale Hubble per studiare i materiali che sono stati espulsi da V Hydrae nel corso dell’agonia che la porterà alla morte. Queste osservazioni possono fornire preziose informazioni per capire meglio i processi in atto durante una fase relativamente breve e quindi difficile da osservare.
Distante circa 1.300 anni luce dalla Terra, V Hydrae è una stella al carbonio, una gigante rossa con una forte presenza di carbonio nella sua atmosfera. Per la precisione, fa parte del cosiddetto ramo asintotico delle giganti rosse, tipico per le stelle di massa piccola e media. Ciò significa che fra qualche miliardo di anni anche il Sole passerà attraverso questa fase, che ha una durata stimata in qualche centinaio di migliaia di anni. Si tratta di un tempo breve dal punto di vista astronomico perciò è difficile trovare una stella in quella fase. Ciò significa che V Hydrae è particolarmente interessante e per questo motivo è già stata oggetto di vari studi.
Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” nell’agosto 2016 riportava l’espulsione di enormi bolle di plasma dalla stella V Hydrae, studiate usando il telescopio spaziale Hubble. Raghvendra Sahai, Samantha Scibelli e M. R. Morris, gli autori di questo articolo, hanno continuato a studiare questa stella assieme ad altri colleghi usando anche il radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), inaugurato nel marzo 2013.
Nello studio pubblicato nel 2016, i ricercatori offrivano prove della presenza di una compagna di V Hydrae invisibile dalla Terra per spiegare l’espulsione di bolle di plasma. Ora Raghvendra Sahai spiega che quella compagna potrebbe essere almeno parzialmente responsabile per altri processi in atto da poco scoperti. Ha anche aggiunto che i modelli tradizionali riguardanti le stelle nel ramo asintotico delle giganti rosse sono incompleti e potrebbero essere sbagliati.
Il radiotelescopio ALMA ha permesso di sfruttare l’abbondanza di carbonio attorno alla stella V Hydrae per mappare la diffusione dei vari isotopi da essa creati ed espulsi. Ciò ha permesso di scoprire le strutture esistenti nell’area con gli anelli concentrici, che i ricercatori hanno chiamato DUDE (Disk Undergoing Dynamical Expansion), ben visibili. Ci sono anche due strutture a forma di clessidra del tipo già visto in giovani nebulose a emissione che si stanno espandendo a una velocità molto elevata stimata a circa 240 km/s.
Ci voleva uno strumento potente e sensibile come ALMA per ottenere questi risultati. I dati raccolti con il telescopio spaziale Hubble aggiunti a quelli di ALMA offrono un quadro più completo dello stato della stella V Hydrae. Sono risultati che confermano quanto essa sia interessante per capire le ultime fasi della vita di stelle di massa piccola e media e quindi anche del Sole. Nel caso di V Hydrae, gli studi continueranno, anche nella ricerca della compagna, che potrebbe essere una piccola stella la cui luce è talmente fioca da essere oscurata da V Hydrae o forse una nana bruna, un oggetto tra stella e pianeta, ancor più difficile da individuare.