Un articolo (link a un file in formato PDF) pubblicato sulla rivista “Nature” riporta la scoperta della stella singola più lontana, soprannominata Earendel. Un team di ricercatori ha utilizzato dati raccolti nel corso del programma RELICS (Reionization Lensing Cluster Survey) usando il telescopio spaziale Hubble per cercare le galassie più luminose risalenti al primo miliardo di anni di vita dell’universo. Un grande ammasso galattico catalogato come WHL0137-08 ha distorto l’immagine di galassie molto lontane in un effetto di lente gravitazionale al punto da permettere di individuare una singola stella lontana circa 12,9 miliardi di anni luce dalla Terra. Lo studio di Earendel, la cui massa è stata stimata ad almeno 50 volte quella del Sole, aiuterà a capire meglio la formazione e l’evoluzione delle primissime generazioni di stelle dell’universo.
Nell’aprile 2018, l’annuncio dell’individuazione di una singola stella talmente distante che la vediamo com’era quando l’universo aveva circa 4,4 miliardi di anni fece sensazione. Individuare una singola stella a miliardi di anni luce di distanza è davvero un’impresa straordinaria e anche in questo caso fu possibile grazie a un ammasso galattico che generò una lente gravitazionale. La stella soprannominata Earendel, un termine in inglese antico che significa stella del mattino, è molto più lontana.
L’eccezionale scoperta è stata possibile solo grazie alla fortunata combinazione tra la lente gravitazionale generata dall’ammasso galattico WHL0137-08 e la presenza di una stella molto massiccia e quindi estremamente luminosa come Earendel in una galassia primordiale proprio dietro l’ammasso dal punto di vista terrestre. La stima della massa di Earendel è approssimativa ma dovrebbe essere di almeno 50 volte quella del Sole e ciò significa che è milioni di volte più luminosa del Sole. Quella luminosità è incrementata di un migliaio di volte o più dalla lente gravitazionale permettendo di vederla anche dalla Terra.
Una stella antica come Earendel dovrebbe essere formata quasi solo di idrogeno ed elio perché all’epoca nell’universo c’era anche un po’ di litio e solo tracce di elementi più pesanti generati dalla prima generazione di stelle. Earendel potrebbe essere addirittura parte della prima generazione, quella definita popolazione III, anche se è improbabile.
Brian Welch della Johns Hopkins University, autore principale dell’articolo, ha spiegato che studiare Earendel aprirà una finestra su un’era dell’universo con la quale non siamo familiari ma che ha portato a tutto ciò che conosciamo. Ha paragonato questa situazione alla lettura di un libro interessante che abbiamo cominciato dal secondo capitolo di cui ora abbiamo una possibilità di leggere l’inizio.
È possibile che Earendel abbia una compagna perché stelle molto massicce di solito fanno parte di sistemi binari o addirittura multipli. Tuttavia, individuare questa stella ha richiesto una combinazione davvero fortunata perciò trovare anche una compagna che potrebbe essere molto più piccola è quasi impossibile.
Nei prossimi mesi comincerà finalmente la missione scientifica del telescopio spaziale James Webb ed Earendel rappresenta certamente un obiettivo interessante. La sensibilità di Webb agli infrarossi lo rende ancor più ideale per lo studio di oggetti così lontani la cui luce è distorta al punto che le lunghezze d’onda delle sue emissioni sono molto spostate verso quella banda elettromagnetica.
Secondo i ricercatori, l’allineamento fortunato che ha permesso di individuare Earendel dovrebbe continuare ancora per anni. Ciò significa che il telescopio spaziale James Webb potrà studiare a lungo questa stella per fornire dati più precisi sulla sua natura. Anche se non si trattasse di una stella della prima generazione, è talmente antica che fornirà sicuramente informazioni interessanti sulla formazione ed evoluzione stellare quando l’universo era molto giovane.