March 2022

Concetto artistico della nube di detriti nel sistema HD 166191 (Immagine NASA/JPL-Caltech)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta uno studio sul sistema della stella catalogata come HD 166191, che ha un’età stimata attorno a 10 milioni di anni ed è ancora in fase di formazione con oggetti che si formano ma anche si distruggono in seguito a collisioni. Un team di ricercatori guidato da Kate Su dell’Università dell’Arizona ha usato dati raccolti tra il 2015 e il 2019 usando il telescopio spaziale Spitzer della NASA e telescopi al suolo per rilevare le tracce di nubi di detriti generate da collisioni tra planetesimi. Le informazioni ottenute da questi dati sono molto utili per migliorare le nostre conoscenze sulla formazione ed evoluzione dei sistemi planetari.

La navicella spaziale Soyuz MS-21 (al centro) attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale (Immagine NASA TV)

Poche ore fa la navicella spaziale Soyuz MS-21 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale attraccando al modulo Prichal. Era partita poco più di tre ore prima dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan con a bordo tre nuovi membri dell’equipaggio. Come sta diventando sempre più comune anche nei viaggi con equipaggio, è stata utilizzata la rotta ultra-veloce che dimezza la durata del viaggio.

Concetto artistico di Kepler 854 b come esopianeta confrontato con Giove

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astronomical Journal” riporta uno studio che riesamina i dati di quattro oggetti scoperti alcuni anni fa grazie al telescopio spaziale Kepler della NASA concludendo che almeno tre di essi sono in realtà piccole stelle e non pianeti. Un team di ricercatori ha utilizzato nuovi dati raccolti dalla sonda spaziale Gaia dell’ESA per avere informazioni più precise su oggetti catalogati come esopianeti. Kepler-854b, Kepler-840b e Kepler-699b risultano avere dimensioni tra due e quattro volte quelle di Giove, eccessive anche per gioviani caldi molto vicini alle loro stelle ma possibili per piccole stelle. Kepler-747b risulta avere un raggio 1,8 volte quello di Giove pure essendo abbastanza lontano da una stella un po’ più piccola del Sole perciò la sua natura è incerta.

La pulsar j2030 ai raggi X e a frequenze ottiche

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta uno studio sul lungo filamento generato dalla pulsar catalogata come PSR J2030+4415, o semplicemente J2030. Martjin de Vries e Roger Romani dell’Università americana di Stanford hanno usato osservazioni condotte usando l’Osservatorio per i raggi X Chandra della NASA e di telescopi al suolo per studiare un filamento che ha una lunghezza stimata in circa 7 anni luce ed è composto di materia ma anche di antimateria. Emissioni di questo tipo da parte di pulsar potrebbero spiegare le rilevazioni di positroni nella Via Lattea.

Il sistema SVS 13 visto da ALMA

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta uno studio sul sistema binario catalogato come SVS 13, formato da due protostelle circondate da dischi di materiali che potrebbero portare alla formazione di pianeti. Un team di ricercatori ha utilizzato trent’anni di osservazioni condotte con il VLA e nuove osservazioni condotte con il radiotelescopio ALMA per ottenere un quadro dettagliato della situazione. La conclusione è che ognuna delle due protostelle ha un suo disco circumstellare e che esiste un terzo disco del tipo circumbinario che orbita attorno a entrambe le stelle. L’analisi dei dati ha portato anche a identificare quasi trenta molecole nel sistema SVS 13 tra cui tredici molecole organiche complesse precursori della vita.