
Due articoli – disponibili qui e qui – pubblicati sulla rivista “The Astrophysical Journal” riportano diversi aspetti di uno studio su NGC 346, un ammasso aperto di stelle nella Piccola Nube di Magellano, una delle galassie nane satellite della Via Lattea. Due team di ricercatori che hanno in comune le rispettive guide, Elena Sabbi dello Space Telescope Science Institute e Peter Zeidler dell’AURA/STScI per l’ESA, hanno usato osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble e il VLT. Hanno esaminato il movimento a spirale delle stelle dell’ammasso al suo interno, un movimento che sembra favorire la formazione stellare.
Gli astronomi conoscono molti dettagli dei meccanismi di formazione stellare ma c’è ancora molto da imparare soprattutto sui meccanismi che favoriscono o inibiscono quella formazione. Capire cosa sia successo alle primissime generazioni di stelle dell’universo è ancor più difficile a causa della difficoltà di osservare nei dettagli galassie e culle stellari primordiali.
La Piccola Nube di Magellano ha una composizione chimica più semplice rispetto alla Via Lattea e più simile a quella delle galassie primordiali. Per questo motivo, gli astronomi studiano la formazione stellare all’interno di questa galassia nana con particolare interesse. NGC 346 è un ammasso aperto, cioè un ammasso stellare che si è formato all’interno della stessa nube molecolare gigante, di questa galassia nana. Per questo motivo è stato oggetto di vari studio, compresi quelli ora pubblicati su “The Astrophysical Journal”.
Il team di Elena Sabbi ha misurato i cambiamenti nelle posizioni delle stelle nell’arco di oltre 11 anni. Le stelle dell’ammasso NGC 346 si stanno muovendo a una velocità media di 3.200 km/h. Ciò significa che nel corso del periodo esaminato il loro percorso medio è stato circa il doppio della distanza tra la Terra e il Sole.
Il team di Peter Zeidler ha usato lo strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) installato sul VLT (Very Large Telescope) per misurare la velocità radiale delle stelle. Ciò ha permesso di valutare se esse si stanno spostando verso la Terra o si stanno allontanando da essa.
La combinazione dei risultati ottenuti con Hubble e VLT/MUSE ha permesso di mappare con precisione i movimenti delle stelle nell’ammasso NGC 346 in tre dimensioni. Ciò ha permesso di confermare la teoria che le stelle si stanno muovendo in una spirale verso l’interno dell’ammasso. Peter Zeidler ha spiegato che si tratta del modo più efficiente con cui stelle e gas che alimentano la formazione stellare si possono spostare verso il centro dell’ammasso.
L’archivio di Hubble si è rivelato prezioso con osservazioni dell’ammasso NGC 346 condotte a distanza di parecchi anni. Elena Sabbi ha spiegato che ci sono molte regioni di formazione stellare che sono state osservate da Hubble nel corso degli anni e le osservazioni possono essere ripetute per condurre studi come questo e ottenere progressi nella comprensione della formazione stellare.
Le dinamiche osservate nell’ammasso NGC 346 sono utili per migliorare i modelli riguardanti la formazione ed evoluzione stellare, in particolare con condizioni simili a quelle dell’universo primordiale. Tuttavia, è importante studiare altri ammassi per capire se altre nubi molecolari giganti hanno dato vita alle stesse dinamiche con movimenti a spirale o se ci possano essere altri meccanismi. Altre indagini potrebbero essere condotte con il telescopio spaziale James Webb, che è in grado di distinguere le stelle più piccole in ammassi come NGC 346 e quindi di offrire una visione ancor più completa della regione.
