
Era notte in Italia quando la navicella spaziale DART della NASA si è schiantata su Dimorphos, un piccolo asteroide satellite di Didymos, un asteroide più grande. Questi due asteroidi sono visibili dalla Terra usando strumenti sufficientemente potenti, i quali verranno utilizzati per monitorare l’orbita di Dimorphos e quanto sia stata modificata dall’impatto. Nelle vicinanze c’è LICIACube, una minisonda di classe CubeSat dotata di due macchine fotografiche che forniranno osservazioni molto migliori di qualsiasi telescopio sulla Terra.
La missione DART (Double Asteroid Redirection Test), lanciata il 24 novembre 2021, rappresenta il primo esperimento con lo scopo finale di preparare una difesa della Terra da asteroidi che nel futuro si dirigeranno verso la Terra. Oggi possiamo solo sperare che non siano pericolosi ma l’estinzione di massa che eliminò i dinosauri proprio a causa di un asteroide mostra quanto il pericolo possa essere serio.
Il concetto dietro alla missione DART è che una piccola modifica alla traiettoria di un asteroide può generare effetti che a lungo termine possono essere notevoli. Modificare leggermente la traiettoria di un asteroide diretto verso la Terra quando è ancora lontano milioni di chilometri potrebbe portarlo molto lontano dal pianeta. Per questo motivo, il monitoraggio di Dimorphos continuerà a lungo. LICIACube dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) dovrebbe riuscire a continuare il suo lavoro per circa sei mesi.
Il monitoraggio di Dimorphos offrirà anche informazioni utili per capire la sua struttura e composizione. Gli asteroidi sono considerati fossili risalenti alla prima fase della storia del sistema solare perciò i dati raccolti potranno aiutare a capire meglio come si sia formato. Ci sono anche progetti di sfruttamento minerario degli asteroidi, di conseguenza le informazioni sulla loro composizione potranno essere utili nel futuro.
La manovra della navicella spaziale DART era completamente automatizzata. Gli asteroidi Didymos e Dimorphos sono relativamente vicini dal punto di vista astronomico ma i segnali radio impiegano comunque molti secondi per compiere il percorso tra essi e la Terra perciò era impossibile guidarla a distanza. Testare il sistema di guida automatica, in grado di riconoscere il proprio obiettivo e mantenere la rotta verso di esso, era uno degli obiettivi della missione ed è riuscito pienamente.
Per certi versi, ora comincia la vera missione. L’ESA collabora con la NASA e fra quasi esattamente due anni è previsto il lancio della missione Hera con l’invio di una sonda spaziale nell’area di Didymos e Dimorphos per esaminare in modo ravvicinato e quindi dettagliato le conseguenze dell’impatto della navicella DART. ESA e NASA lavorano assieme anche al miglioramento del monitoraggio degli asteroidi potenzialmente pericolosi perché in caso di impatto i muri sono del tutto inutili mentre lavorando assieme possiamo trovare il modo per eliminare il pericolo.
