La sonda spaziale DART ha modificato l’orbita dell’asteroide Dimorphos

L'asteroide Dimorphos e i materiali espulsi visti da LICIACube (Immagine ASI/NASA/APL)
L’asteroide Dimorphos e i materiali espulsi visti da LICIACube (Immagine ASI/NASA/APL)

In una conferenza stampa, la NASA ha confermato il successo della missione DART dopo aver accertato che l’orbita dell’asteroide Dimorphos è stata modificata dall’impatto della sonda spaziale. Secondo i calcoli, ora Dimorphos orbita attorno all’asteroide Didymos in 11 ore e 23 minuti mentre prima dell’impatto impiegava 11 ore e 55 minuti per ogni orbita. Il margine di errore è di circa 2 minuti e ciò indica che il successo è di gran lunga superiore a quello minimo previsto. Il monitoraggio continuerà, soprattutto da parte della mini-sonda LICIACube, per ottenere dati più precisi, anche sui materiali espulsi dopo l’impatto, le cui caratteristiche aiuteranno a capire la composizione di Dimorphos.

Il test condotto nella notte italiana tra il 26 e il 27 settembre è stato il primo con lo scopo di deviare un asteroide tramite un impatto con massa e velocità sufficienti a influenzare la traiettoria di un oggetto pericoloso per la Terra. La NASA si aspettava di modificare l’orbita di Dimorphos di almeno 73 secondi ma la stima era molto vaga perché la composizione di quest’asteroide è sconosciuta.

Le osservazioni condotte dopo l’impatto della sonda spaziale DART (Double Asteroid Redirection Test) indicano che il periodo orbitale dell’asteroide Dimorphos è stato ridotto di circa 32 minuti, un risultato considerato eccellente. Secondo la ricostruzione, i materiali espulsi in seguito all’impatto hanno generato un effetto azione-reazione, una sorta di rinculo che ha aumentato l’effetto cercato.

Cercare di capire le caratteristiche dei materiali espulsi è importante per migliorare i modelli usati per calcolare gli effetti di questo tipo di operazione. Ciò include le possibili informazioni sulle caratteristiche della superficie di Dimorphos, da cui provengono quei materiali.

La mini-sonda LICIACube, un nanosatellite di classe CubeSat progettato dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), rimane nell’area dei due asteroidi per monitorare da vicino la situazione. Le immagini inviate dalla sonda spaziale DART avevano fornito i primi dettagli sulla forma dei due asteroidi e LICIACube ne ha fornite e continuerà a fornirne altre, utili a ottenere anche stime più precise della massa di Dimorphos.

L’immagine mostra Dimorphos e i materiali espulsi in seguito all’impatto della sonda spaziale DART visti dalla mini-sonda LICIACube. Ogni rettangolo rappresenta un diverso livello di contrasto usato per vedere meglio le strutture di quei materiali.

Le conseguenze a lungo termine della missione DART verranno esaminate anche dalla sonda spaziale Hera dell’ESA, il cui lancio è previsto non prima dell’ottobre 2024 per raggiungere Didymos e Dimorphos alla fine del 2026. È un altro progetto che fa parte del programma di difesa della Terra da asteroidi pericolosi. Dimorphos non ha mai costituito alcun pericolo e qualsiasi informazione di segno opposto apparsa in notizie riguardanti la missione DART è errata. Prima o poi però arriveranno pericoli dallo spazio e sarà molto meglio per l’umanità che ci sia una difesa.

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