Un potentissimo lampo gamma potrebbe avere segnato la nascita di un buco nero

Il lampo gamma GRB221009A visto da Swift (Immagine NASA/Swift/A. Beardmore (University of Leicester)
Il lampo gamma GRB221009A visto da Swift (Immagine NASA/Swift/A. Beardmore (University of Leicester)

Un lampo gamma da record è stato osservato grazie a una serie di telescopi spaziali e al suolo il 9 ottobre 2022. La rapidità del sistema di allerta globale esistente tra le organizzazioni astronomiche ha permesso di utilizzare parecchi strumenti per rilevare l’evento e le sue conseguenze nel corso dei giorni successivi. Catalogato come GRB221009A, è già stato definito il lampo gamma del secolo perché è stato molto potente anche per gli standard di questi eventi estremamente energetici. Potrebbe essere stato causato da una supernova che ha dato vita a un buco nero ma gli studi delle informazioni raccolte sono appena cominciati.

Vari telescopi progettati per rilevare emissioni di raggi X e raggi gamma hanno rilevato l’evento successivamente catalogato come GRB221009A il 9 ottobre. L’osservatorio spaziale Swift della NASA, un telescopio specializzato nella ricerca di lampi gamma, è stato quello che ha segnalato quest’evento significativo permettendo di allertare gli astronomi di tutto il mondo. Ciò ha permesso di puntare altri strumenti sulla stessa area per osservare le conseguenze di quel lampo gamma.

Le prime stime indicano che GRB221009A è stato un lampo gamma estremamente potente. L’esperimento cinese LHAASO ha rilevato il fotone più energetico mai catturato da un evento di questo tipo con i suoi 18 TeV. Un articolo reso disponibile sul server arXiv è dedicato proprio ad esso ma va tenuto in mente che è stato appena scritto e non sottoposto a peer-review.

Secondo le stime fatte in una prima analisi dei dati raccolti dall’osservatorio Swift, il lampo gamma GRB221009A ha impiegato circa 1,9 miliardi di anni per raggiungere la Terra. Secondo altre stime fatte usando i dati raccolti dall’osservatorio Gemini Sud, la fonte è a circa 2,4 miliardi di anni luce dalla Terra.

La stima della distanza della fonte dell’evento GRB221009A non è facile anche perché i fotoni hanno attraversato nubi di polvere che ha provocato deviazioni e allungamenti della loro traiettoria. Per questo motivo, l’immagine del cosiddetto afterglow, cioè i residui delle sue emissioni, ottenuta grazie alle rilevazioni della prima ora dell’evento ai raggi X dell’osservatorio spaziale Swift mostra una serie di anelli concentrici. Essi corrispondono al numero di nubi di polvere incontrate dai fotoni del lampo gamma. Finora sono state contate dieci nubi ma le osservazioni sono continuate e ci sono scienziati interessati a studiare proprio il viaggio di quei fotoni.

Parecchi strumenti hanno rilevato il lampo gamma GRB221009A e le sue conseguenze nei giorni successivi, compresi i rilevatori NICER della NASA e MAXI dell’agenzia spaziale giapponese JAXA, due esperimenti installati sulla Stazione Spaziale Internazionale. È stato al centro dell’attenzione al 10° Simposio Fermi tenuto in Sud Africa tra il 9 e il 15 ottobre dato che la conferenza è dedicata ai risultati ottenuti con il telescopio spaziale Fermi della NASA, che ha rilevato l’evento per oltre dieci ore. Tuttavia, le analisi richiederanno tempo.

Secondo le prime ricostruzioni, il lampo gamma GRB221009A è stato generato da una supernova che potrebbe aver dato vita a un buco nero. Quest’evento così energetico ha suscitato grande eccitazione nel mondo dell’astronomia ma ci vorrà tempo perché le analisi dei dati vengano completate e passino il peer-review per essere pubblicate su riviste scientifiche.

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