November 2022

Il decollo della missione Shenzhou 15 (Foto cortesia (Xinhua/Li Gang)

È arrivata la conferma che tre taikonauti cinesi della missione Shenzhou 15 hanno raggiunto la stazione spaziale cinese Tiangong con una manovra di attracco automatizzata. Erano partiti circa sette ore prima su un razzo vettore Long March-2F dal Centro di lancio satelliti di Jiuquan. Costituiscono il quarto equipaggio della stazione spaziale cinese e vi rimarranno per circa sei mesi, la durata standard per una missione.

I resti di supernova DEM L 190 (Immagine ESA/Hubble & NASA, S. Kulkarni, Y. Chu)

Un’immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble ritrae i resti di supernova catalogati come DEM L 190 o LMC N49 o con altre designazioni osservati nella Grande Nube di Magellano. I detriti prodotti dall’esplosione di una stella massiccia hanno formato quelli che dalla Terra appaiono delicati filamenti colorati. Quei materiali proiettati nello spazio interstellare potranno finire in altri sistemi stellari, forse anche in dischi protoplanetari che verranno arricchiti dagli elementi generati dalla stella progenitrice e dalla supernova.

Il cargo spaziale Dragon 2 si avvicina alla Stazione Spaziale Internazionale nella missione CRS-26 (Immagine NASA TV)

Poco fa la navicella spaziale Dragon 2 di SpaceX è attraccata al modulo Harmony della Stazione Spaziale Internazionale completando la prima parte della sua missione. Era decollata su un razzo vettore Falcon 9 dal Kennedy Space Center nella missione CRS-26 (Cargo Resupply Service 26), indicata anche come SpX-2, nella serata italiana di sabato. Gli astronauti Josh Cassada e Nicole Mann hanno monitorato l’operazione ma il cargo spaziale ha completato in modo automatizzato le manovre senza alcun problema.

Schema del blazar Markarian 501 e del suo getto osservati con il telescopio spaziale IXPE

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta uno studio sul blazar Markarian 501, o semplicemente MRK 501, che offre una spiegazione ai getti di particelle emessi a velocità vicine a quella della luce. Un team di ricercatori ha utilizzato il telescopio spaziale IXPE della NASA per studiare Markarian 501 e ha concluso che la spiegazione più probabile è la presenza di onde d’urto all’interno dei getti.

Markarian 501 è un blazar, un tipo di nucleo galattico attivo che emette potenti getti di particelle a velocità vicine a quella della luce. Quando uno dei suoi getti è diretto verso la Terra, questo tipo di oggetto viene chiamato blazar. Questi oggetti sono alimentati da buchi neri supermassicci circondati da dischi di materiali.

Concetto artistico dell'esopianeta WASP-39b e della sua stella (Immagine NASA, ESA, CSA, J. Olmsted (STScI))

Cinque articoli, tre dei quali accettati per la pubblicazione sulla rivista “Nature” e due ancora in fase di peer review, riportano vari aspetti di uno studio sull’esopianeta WASP-39b. Molti ricercatori hanno partecipato in diversi modi all’esame di osservazioni condotte con il telescopio spaziale James Webb concentrate in particolare sull’atmosfera di questo pianeta caldissimo. I vari strumenti di Webb hanno permesso di rilevare una serie di sostanze nell’atmosfera di WASP-39b come monossido di carbonio, sodio e potassio. Per la prima volta anidride solforosa è stata rilevata nell’atmosfera di un esopianeta e indicano che sono in atto reazioni fotochimiche.