Scoperto il più lontano buco nero supermassiccio che sta distruggendo una stella

Rappresentazione artistica dell'evento AT2022cmc (Immagine ESO/M.Kornmesser)
Rappresentazione artistica dell’evento AT2022cmc (Immagine ESO/M.Kornmesser)

Due articoli, uno (link al file in formato PDF) pubblicato sulla rivista “Nature” e uno sulla rivista “Nature Astronomy”, riportano diversi aspetti sullo studio del più lontano buco nero supermassiccio scoperto mentre divora una stella per poi emettere un getto di materiali accelerati a velocità vicine a quelle della luce. L’evento, catalogato come AT2022cmc, è per certi versi analogo a un lampo gamma ma è stato rilevato in diverse bande elettromagnetiche grazie al fatto che è puntato quasi esattamente verso la Terra. Si tratta del primo evento di questo tipo rilevato alla luce visibile perciò può offrire nuove informazioni sul comportamento di oggetti davvero estremi durante la distruzione di una stella che si è avvicinata troppo ad essi.

Eventi di distruzione mareale, come sono chiamati in gergo gli eventi in cui un buco nero distrugge una stella grazie alle sue enormi forze mareali per poi inghiottirne i pezzi, sono già stati rilevati in diverse occasioni. Quello catalogato come AT2022cmc è il più lontano scoperto finora dato che i protagonisti sono lontani quasi 8,5 miliardi di anni luce dalla Terra.

Un altro motivo di interesse verso l’evento catalogato come AT2022cmc è dato dal fatto che il getto di materiali accelerati a velocità relativistiche è puntato quasi esattamente verso la Terra. La conseguenza è che non solo esso era molto brillante ma la fonte è anche ricca nel senso che contiene componenti elettromagnetiche in varie bande, compresa la luce visibile.

La scoperta di questo straordinario evento è avvenuta grazie alla rilevazione da parte del telescopio Zwicky Transient Facility (ZTF) di una fonte di luce visibile nel febbraio 2022. Alcune similitudini con un lampo gamma hanno portato altri osservatori astronomici a osservare l’evento. Lo strumento X-shooter montato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in Cile ha permesso di stimare la distanza della fonte del getto a quasi 8,5 miliardi di anni luce dalla Terra.

21 strumenti sensibili a frequenze elettromagnetiche molto diverse che vanno dai raggi gamma alle onde radio sono stati usati per osservare l’evento AT2022cmc. Il team che ha scritto l’articolo pubblicato su “Nature” l’ha paragonato a diversi eventi cosmici ma l’unico che corrispondeva ai dati raccolti era un getto relativistico emesso da un buco nero supermassiccio.

L’analisi dei dati raccolti ha portato a ricostruire l’evento di distruzione mareale in cui il buco nero supermassiccio sta distruggendo una stella che si è avvicinata troppo. Pian piano, il gas della stella viene inghiottito dal buco nero e una parte di quei materiali viene espulsa sotto forma di getti ai due poli. Normalmente, questi eventi vengono scoperti grazie alle loro emissioni energetiche sotto forma di raggi X e raggi gamma. Solo perché in questo caso uno dei due getti è puntato quasi esattamente verso la Terra, è stato scoperto grazie alle emissioni in luce visibile.

La notevole mole di dati raccolti raccolta grazie alla pronta risposta di vari osservatori astronomici offre nuove informazioni sui processi in atto vicino a buchi neri supermassicci. Gli studi pubblicati costituiscono solo una fase di una ricerca più ampia su questi oggetti estremi dove è possibile anche mettere alla prova modelli di fisica.

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