
Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati delle osservazioni di un buco nero supermassiccio che sta distruggendo una stella. Catalogato come AT2021ehb, si tratta di un evento del tipo chiamato tecnicamente evento di distruzione mareale. Un team di ricercatori ha usato osservazioni condotte con i telescopi spaziali NuSTAR e Swift della NASA, con lo strumento NICER installato sulla Stazione Spaziale Internazionale e con altri strumenti per coprire 430 giorni di evoluzione di questo processo. Ciò aiuterà a capire cosa succede ai materiali catturati da un buco nero supermassiccio prima che vengano completamente divorati.
Diversi casi di stelle che vengono distrutte da buchi neri sono stati scoperti. Essi vengono considerati laboratori cosmici che, grazie alle energie emesse sotto forma di onde elettromagnetiche, offrono informazioni su ciò che avviene quando un buco nero divora materiali che si avvicinano troppo. Nel caso dell’evento di distruzione mareale AT2021ehb, si tratta di un buco nero supermassiccio con una massa stimata attorno ai 10 milioni di volte quella del Sole al centro di una galassia distante circa 250 milioni di anni luce dalla Terra.
L’individuazione dell’evento AT2021ehb è stata fatta dalla Zwicky Transient Facility (ZTF) installata presso l’Osservatorio Palomar, che scandisce il cielo settentrionale ogni due giorni alla ricerca di nuovi eventi cosmici all’interno di una collaborazione internazionale. Ciò ha permesso di cominciare un monitoraggio usando il telescopio spaziale Swift e lo strumento NICER, progettato per lo studio di stelle di neutroni rilevando lunghezze d’onda di raggi X più lunghe rispetto a Swift. Altri dati sono stati raccolti grazie ad altri strumenti e si è trattato solo dell’inizio.
Circa 10 mesi dopo l’individuazione dell’evento, il telescopio spaziale NuSTAR ha cominciato a osservare l’evento AT2021ehb. A questo punto, è arrivata la rilevazione di una corona nel senso di una nube di plasma caldissimo. Si è trattato di una sorpresa perché in genere i buchi neri emettono questo tipo di gas ionizzato sotto forma di getti ai poli mentre in questo caso non ce n’era traccia. In sostanza, sono stati rilevati raggi X emessi dalla corona a energie più elevate che in altre parti del buco nero ma gli scienziati non sanno da dove venga il plasma che li ha generati né perché quel plasma sia così caldo.
La stella catturata dal buco nero supermassiccio ha subito le potentissime forze gravitazionali: il suo lato più vicino al buco nero è stato attratto con maggior forza rispetto al lato più lontano causando quella che viene chiamata spaghettificazione perché l’oggetto viene allungato come uno spaghetto.
Secondo i ricercatori, la forma della corona è legata ai campi magnetici attorno al buco nero supermassiccio ma ci vorranno ulteriori studi per capire come mai diventano così intensi e perché non genera getti ai poli. L’evento AT2021ehb sta fornendo nuove informazioni su ciò che succede ai materiali catturati da un buco nero e i processi in atto continueranno a essere studiati per capire meglio cosa succede in quegli ambienti estremi.