January 2023

Rappresentazione artistica di un sistema binario contenente una pulsar ragno (Immagine NASA/Sonoma State University, Aurore Simonnet)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” riporta la rilevazione di eclissi di raggi gamma in sistemi binari formati da una stella normale o da una nana bruna che hanno come compagna una pulsar che viene definita pulsar ragno perché rubano gas alla compagna comportandosi come una vedova nera. Un team di ricercatori ha usato i dati rilevati per oltre un decennio dal telescopio spaziale Fermi della NASA per trovare i casi in cui la stella passa di fronte alla pulsar. Sono stati identificati sette sistemi binari con una pulsar ragno che viene eclissata dalla sua compagna. Questa identificazione ha permesso di misurare la massa della pulsar, un risultato utile per condurre test sulla teoria delle relatività e capire il comportamento della materia in condizioni estreme.

La curva di luce dell'occultazione della stella sullo sfondo causata dal passaggio dell'asteroide Chariklo catturata dallo strumento Near-infrared Camera (NIRCam) del telescopio spaziale James Webb

Un’occultazione stellare avvenuta il 18 ottobre 2022 ha permesso di studiare l’asteroide Chariklo osservando anche i suoi anelli, una caratteristica davvero peculiare per un oggetto così piccolo. Un team di ricercatori ha usato il telescopio spaziale James Webb per riuscire a sfruttare il passaggio di Chariklo di fronte a una stella dal punto di vista di Webb. Gli strumenti NIRCam e NIRSpec hanno permesso ottenere immagini e caratteristiche spettrografiche di Chariklo. Lo strumento NIRISS ha avuto nei giorni scorsi un problema software che ha bloccato la trasmissione dei dati raccolti ma non risultano guasti perciò è possibile che i dati vengano recuperati più avanti per completare uno studio approfondito di quest’asteroide.

Un insieme di quelle che vengono chiamate super immagini che mostrano i punti vulcanici caldi di Io in diversi momenti in cui questa luna è stata oggetto di osservazioni

Un articolo pubblicato sulla rivista “Geophysical Research Letters” riporta la più accurata mappa finora creata dei vulcani di Io, una delle lune galileiane del pianeta Giove. Un team di ricercatori guidato da Francesca Zambon dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica) ha usato dati raccolti dallo strumento JIRAM della sonda spaziale Juno, una missione della NASA che vede la collaborazione dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e dell’INAF proprio per quanto riguarda JIRAM. Le rilevazioni hanno permesso di individuare 242 punti vulcanici caldi (hot spot) dei quali 23 che non erano stati rilevati in precedenza. I nuovi punti caldi sono stati individuati soprattutto nelle regioni polari, un risultato possibile grazie all’orbita di Juno.

Un'immagine della Via Lattea sovrapposta a quella di galassie (rappresentate come puntini gialli) simulate nel progetto IllustrisTNG immerse nella materia oscura (in verde e blu)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” riporta i risultati di uno studio che indica che la Via Lattea è massiccia in modo anormale in rapporto al cosiddetto Foglio Locale, l’insieme di galassie che la circonda. Un team di ricercatori ha usato simulazioni condotte all’interno del progetto IllustrisTNG scoprendo che una galassia nella situazione della Via Lattea dovrebbe essere molto più piccola rispetto alla muraglia cosmica che la circonda. Le simulazioni indicano che c’è un’eccezione ogni milione di galassie presenti in IllustrisTNG nelle stesse condizioni. Ciò va tenuto presente negli studi degli ambienti galattici.

La mappa dell'emissione polarizzata di microonde misurata dall'esperimento QUIJOTE

Sei articoli pubblicati sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” riportano vari aspetti della più accurata mappatura della polarizzazione delle emissioni di microonde della Via Lattea. Ciò fornisce una mappa del campo magnetico galattico grazie all’esperimento QUIJOTE (Q-U-I JOint TEnerife). La Collaborazione QUIJOTE ha presentato quella che è solo la serie iniziale di articoli scientifici in un’indagine che complementa quelli ottenuti da altre missioni come quella del satellite Planck Surveyor. Questi risultati sono utili per ottenere nuove informazioni sulla struttura del campo magnetico della Via Lattea e per capire i processi energetici che avvennero subito dopo la nascita dell’universo.