Poche ore fa la navicella spaziale Soyuz MS-23 è decollata su un razzo vettore Soyuz-2.1a dal cosmodromo kazako di Baikonur. Dopo circa nove minuti si è separata con successo dall’ultimo stadio del razzo e si è immessa sulla sua rotta che richiede circa due giorni di viaggio. Ha lo scopo di sostituire la danneggiata Soyuz MS-22 come veicolo per il ritorno dei tre membri dell’equipaggio di quest’ultima: Dmitri Petelin, Frank Rubio e Sergey Prokopyev. Si tratta della soluzione scelta dall’agenzia spaziale russa Roscosmos dopo aver stabilito l’impossibilità di usare la Soyuz MS-22 per il viaggio di ritorno con equipaggio a bordo in condizioni di sicurezza.
Il problema si è presentato il 15 dicembre 2022 con una perdita di pressione nel sistema di raffreddamento della navicella spaziale Soyuz MS-22 con un’evidente perdita di liquido, che si è disperso nello spazio. Il danno è stato subito riconosciuto come critico perché il sistema manteneva la temperatura a livelli sopportabili per i sistemi di bordo e per l’equipaggio.
I dubbi sulla possibilità di utilizzare la Soyuz MS-22 per far tornare sulla Terra i membri dell’equipaggio trasportati sulla Stazione Spaziale Internazionale su di essa sono cresciuti col passare del tempo. Dopo meno di due settimane, l’indagine ha confermato che non era possibile utilizzarla in condizioni di sicurezza per l’equipaggio perciò sono state considerate varie soluzioni d’emergenza.
L’utilizzo della Crew Dragon Endurance attraccata alla Stazione per trasportare Dmitri Petelin, Frank Rubio e Sergey Prokopyev è risultata problematica perché i tre membri dell’equipaggio hanno utilizzato tute spaziali russe incompatibili con i sistemi della navicella di SpaceX.
Il danno è stato attribuito a un micrometeorite o a un detrito spaziale ma qualche giorno fa un problema simile ha colpito anche il cargo spaziale russo Progress MS-21. La coincidenza sembra davvero strana e sono stati ipotizzati problemi nella produzione dei sistemi di raffreddamento di entrambe le navicelle.
È previsto che la navicella spaziale Soyuz MS-23 raggiunga la Stazione Spaziale Internazionale subito dopo le 2 italiane di domenica. La Soyuz ha un sistema automatizzato di attracco perciò raggiungerà da sola il modulo Poisk.