Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati di osservazioni del disco protoplanetario che circonda la giovanissima stella TW Hydrae. Un team di ricercatori ha usato osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble per esaminare i processi in atto e l’evoluzione della formazione planetaria nel sistema. Un protopianeta era stato individuato nel 2016 e ciò aveva aumentato l’interesse per quel disco protoplanetario. Nel 2017 era stata individuata un’ombra che indicava la presenza diun disco interno inclinato rispetto a quello esterno. Ora una seconda ombra sembra provenire da un ulteriore disco nella parte interna del sistema. Ciò significa che potrebbe esserci anche un altro pianeta in fase di formazione.
Lontana circa 175 anni luce dalla Terra, la stella TW Hydrae è un po’ più piccola del Sole e ha un’età stimata in soli 10 milioni di anni circa. Sta ancora completando la sua formazione e il disco di materiali che la circonda la rende particolarmente interessante.
Un programma pluriennale che ha lo scopo di trovare le tracce di ombre in dischi circumstellari che possano rivelare la presenza di protopianeti ha incluso il sistema di TW Hydrae. Il 6 giugno 2021, osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble hanno permesso di individuare una seconda ombra oltre a quella già conosciuta negli anni precedenti. La spiegazione più probabile è che si tratti di un disco più interno a quello conosciuto inclinato rispetto a esso con la conseguenza che genera una nuova ombra. Ciò indica che negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti rilevabili nel sistema.
L’immagine (NASA, ESA, STScI, John Debes (AURA/STScI for ESA). Elaborazione: Joseph DePasquale (STScI)) mostra immagini del sistema TW Hydrae catturate con lo strumento Space Telescope Imaging Spectrograph (STIS) del telescopio spaziale Hubble a circa 5 anni di distanza. Nella parte a sinistra viene mostrato il disco protoplanetario nel 2016 con un’unica ombra (A). Nella parte a destra viene mostrato il dischi nel 2021 con l’ombra già conosciuta, qui contrassegnata come (B), e la nuova ombra (C) generata da un disco interno.
Secondo i ricercatori, probabilmente i due dischi sono disallineati a causa dell’attrazione gravitazionale di due protopianeti che si stanno formando su due piani orbitali leggermente diversi. Solo alcuni anni fa, i due dischi erano così vicini da non proiettare ombre ma si sono allontanati col tempo. John Debes di AURA/STSc all’ESA, primo autore di questo studio, ha paragonato i due protopianeti a due auto da corsa che sono vicine tra loro ma una sorpassa lentamente l’altra arrivando a doppiarla.
Nel corso degli anni, sono state offerte diverse ipotesi riguardanti i possibili protopianeti in fase di formazione nel sistema di TW Hydrae. La fortissima crescita delle conoscenze nel campo degli esopianeti ha migliorato le tecniche di rilevazione dei candidati esopianeti e della loro verifica. Tuttavia, nel caso di dischi protoplanetari rimane difficile verificarne l’esistenza a causa della notevole presenza di gas e polvere. I protopianeti vicini alla loro stella sono ancor più difficili da individuare a causa della forte luce stellare. Per questi motivi, è ancora difficile stabilire quanti pianeti si stiano formando nel sistema di TW Hydrae.
Gli studi precedenti avevano già reso il sistema di TW Hydrae interessante per osservazioni da condurre con il telescopio spaziale James Webb, la cui sensibilità agli infrarossi potrebbe costituire un notevole aiuto nell’esame del disco protoplanetario multiplo di TW Hydrae. Sicuramente, nei prossimi anni ne sapremo di più su un sistema che potrebbe essere abbastanza simile al sistema solare primordiale.